A Jerez dove Valentino fu geniale e Brembo fece la storia

26/04/2023

 La MotoGP torna in Europa per restarci fino alla fine dell’estate, ad eccezione del GP di Kazakhstan a Luglio.

La MotoGP torna in Europa per restarci fino alla fine dell’estate, ad eccezione del GP di Kazakhstan a Luglio. Per migliorare gli standard di sicurezza del Circuito de Jerez Angel Nieto è stato realizzato l’ampliamento delle vie di fuga alle curve 1 e 5, rispettivamente di 40 e 25 metri. Anche grazie a questi lavori il tracciato andaluso resterà in calendario nel 2024. 


Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con il 100% dei piloti del Mondiale MotoGP, il Circuito de Jerez Angel Nieto rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 4, il più alto dei primi cinque mesi della stagione.



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Due bisogni e due colpi di genio

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Nel 1999 su questa pista Valentino Rossi fece ricorso ai freni Brembo in un punto in cui nessuno se ne era mai servito. Dopo aver vinto il GP della 250, con 4 secondi e mezzo di vantaggio su Tohru Ukawa, vide una toilette a bordo pista, destinata ai Commissari. Accostò e dopo aver appoggiato la sua Aprilia ad un muro di gomme entrò per espletare i suoi bisogni o almeno per fingerlo di farlo. 


Quella moto impiegava la pinza Brembo ad attacchi radiali, un componente che aveva esordito nei test di Jerez del febbraio 1998 sulla moto di Marcellino Lucchi. Serviva ad appagare il bisogno di una frenata costante da inizio a fine gara. Quella soluzione ha rivoluzionato non solo le competizioni ma anche l’utilizzo su strada perché oggi buona parte delle moto di grossa cilindrata impiega pinze radiali.



 


Un poker servito

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Al Circuito de Jerez Angel Nieto i piloti della MotoGP utilizzano i freni in 10 delle 13 curve. In un giro completo l’impianto frenante è attivo per complessivi 31 secondi, equivalenti a poco meno di un terzo dell’intera gara. Difficilmente le moto raggiungeranno i 300 km/h e anche per questa ragione non ci sono frenate superiori ai 270 metri.

Dalla curva 8 alla 11 i piloti devono però avvalersi dei freni in 4 curve consecutive. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva Brembo del freno anteriore dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore supera la tonnellata, il secondo valore più alto delle piste iberiche dopo Valencia.



 






Circa 230 km/h persi in 5,6 secondi

Delle 10 frenate del Circuito de Jerez Angel Nieto 2 sono classificate come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà, mentre le restanti 3 hanno un’incidenza leggera sugli impianti frenanti.

La staccata più complessa è quella alla sesta curva: aiutati da un rettilineo di 0,6 km i piloti sfiorano i 300 km/h prima di attaccarsi ai freni per 5,6 secondi durante i quali sono soggetti a 1,8 g di decelerazione.

Entrano in curva a 72 km/h dopo aver percorso 263 metri esercitando un carico massimo di 6,8 kg sulla leva del freno.


 

E nei videogiochi?

Per affrontare la sesta curva del Circuito de Jerez Angel Nieto nel videogioco MotoGP bisogna guardare con attenzione i cartelli che segnalano le distanze a bordo pista.

Ai 200 metri si frena e si scala forte fino ad inserire la prima marcia, cercando di restare il più vicino possibile al cordolo interno. Attenzione a non spalancare troppo in anticipo il gas a moto piegata.