Oltre i muri di Baku, con Brembo nel futuro

26/04/2023

 Il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni: in una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4

Si chiama safety car perché entra in pista per ridurre la velocità delle monoposto, garantendo la sicurezza del personale di servizio chiamato a rimuovere l’auto incidentata ma anche dei piloti stessi. Eppure 5 anni fa, proprio in regime di safety car, Romain Grosjean finì contro il muro al GP Azerbaigian nel tentativo di evitare il raffreddamento delle sue gomme. 


Inutile il ricorso ai freni Brembo che invece, complici le 20 curve del tracciato cittadino, erano rimasti nel range di temperatura consigliato per l’utilizzo ideale. D’altro canto il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni: in una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4. ​



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La mobilità del futuro​​​​ ​​

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Negli ultimi tre decenni l’Azerbaigian ha fatto registrare una crescita impressionante, trascinata dalle esportazioni di petrolio e gas. Il Paese è però consapevole che questo modello dovrà cambiare. Alla mobilità del futuro guarda con grande attenzione da alcuni anni anche Brembo, come dimostra il primo Hackathon organizzato da Brembo per ripensare il mondo della mobilità e trovare nuove soluzioni al di fuori dei processi di innovazione tradizionale.  


Il modo in cui ci muoviamo, comunichiamo e viaggiamo continuerà ad evolversi, rendendo la mobilità di domani, oltre che più green, sempre più digitale e connessa. I mezzi di trasporto saranno più sostenibili e interconnessi, ovvero si interfacceranno con altri dispositivi IOT, con l’abitazione e i sistemi di comunicazione. ​


 

 


Da 1 a 8 sempre frenando​ ​​​​​​


Le 12 frenate al giro del Baku City Circuit sono un valore altissimo ma non rappresentano il record del Mondiale, detenuto da Singapore. Il tracciato azero è però l’unico della F.1 in cui i piloti devono ricorrere ai freni in tutte le prime 8 curve dopo la partenza. Oltre tutto le 4 curve iniziali sono tutte a 90 gradi e così i freni sono soggetti a grandi sollecitazioni. 


Grazie a 4 frenate da oltre 2 secondi l’una, in un giro intero i freni sono utilizzati per poco più di 19 secondi. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di quasi 78 tonnellate, il più alto dei primi 5 GP stagionali: impressionante il valore sul giro, circa 1.525 kg a pilota.  



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Addirittura 4,8 g di decelerazione​ ​​​​


Delle 12 frenate del GP Azerbaigian 5 sono considerate altamente impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e le altre 3 sono light.  


La più dura per l’impianto frenante è la terza curva, nonostante la velocità di provenienza sia inferiore alla prima staccata.

Alla curva 3 le monoposto perdono ben 210 km/h passando da 315 km/h a 105 km/h. Per farlo i piloti sono soggetti ad un picco di 4,8 g di decelerazione per 2,18 secondi durante i quali le auto percorrono 106 metri.​


 

E nei videogiochi?​ ​


Per effettuare perfettamente la terza frenata di Baku nel videogioco Formula 1 è indispensabile aguzzare la vista perché i cartelli con le distanze dalla curva si confondono con il muretto.

Si frena poco prima di vedere il cartello dei 100 metri, restando il più possibile sulla destra. Solo dopo aver scalato 5 marce ci si muove all’interno, facendo però attenzione al muretto incollato al cordolo. ​

 

 

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