Si chiama safety car perché entra in pista per ridurre la velocità delle monoposto, garantendo la sicurezza del personale di servizio chiamato a rimuovere l’auto incidentata ma anche dei piloti stessi. Eppure 5 anni fa, proprio in regime di safety car, Romain Grosjean finì contro il muro al GP Azerbaigian nel tentativo di evitare il raffreddamento delle sue gomme.
Inutile il ricorso ai freni Brembo che invece, complici le 20 curve del tracciato cittadino, erano rimasti nel range di temperatura consigliato per l’utilizzo ideale. D’altro canto il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni: in una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4.