5 curiosità sul GP Paesi Bassi Formula 1

19/08/2024

 Quindicesimo appuntamento stagionale per la Formula 1.

La Formula 1 riparte dopo la tradizionale sosta di agosto e lo fa in casa di Max Verstappen che si sta avviando a vincere il quarto Mondiale di fila. La sua ascesa ha portato al rilancio di Zandvoort, riaperto il 4 marzo 2020 con il “Legendary Lap” del beniamino locale al volante della RB07. Quell’anno, causa Covid-19, non si gareggiò e si dovette attendere il 2021 per il ritorno di un Gran Premio a Zandvoort. 



I dati del GP 


Secondo i tecnici Brembo il Circuit Zanvoort da 4.259 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 2 malgrado la presenza di 9 frenate al giro. Soltanto 2 sono però della categoria Hard e una Medium: per tutte le altre la decelerazione non raggiunge nemmeno i 3 g e il carico sul pedale del freno resta sotto i 90 kg


 







C’è carbonio e carbonio 


Le monoposto di Formula 1 utilizzano da quattro decenni i dischi in carbonio: nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni in temperatura che contraddistingue il carbonio. Tali caratteristiche si traducono in un elevato coefficiente d’attrito, nella stabilità e costanza delle prestazioni e nella dissipazione del calore in un tempo limitato.


​Per le supercar stradali Brembo realizza invece i dischi in carbonio-ceramico. Rispetto ai dischi in carbonio, quelli in carbonio ceramico presentano una matrice di carburo di silicio e silicio metallico, rinforzato con fibra di carbonio. Questa combinazione assicura l’elevata conducibilità termica e il massimo potere frenante tipici del carbonio, ma anche la durata e la versatilità caratteristici del carbonio ceramico. Due benefici al prezzo di uno.






La curva più dura 


La curva più dura del Circuit Zandvoort per l’impianto frenante è la 1, soprannominata Tarzan: pare fosse il nickname del proprietario del terreno che si convinse a cederlo solo in cambio del battesimo della curva a suo nome. Le monoposto vi arrivano a 308 km/h e scendono a 122 km/h in 2,25 secondi durante i quali percorrono 116 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,5 g e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 136 kg. La potenza frenante è invece di 2.303 kW.





 

La rimonta di Rene’ 


Zandvoort ha ospitato finora 33 GP e soltanto due piloti sono riusciti a vincere partendo oltre la quarta fila. Il primo fu René Arnoux nel 1983 con la Ferrari 126C3 che impiegava in esclusiva la pinza Brembo a quattro pistoni composta da due semi-pinze fuse in alluminio e accoppiate meccanicamente. Il francese era 3° quando al 42° giro uscirono di pista Nelson Piquet e Alain Prost che lo precedevano per errori in staccata, forse causati dai freni. Per Arnoux fu l’ultimo successo in F.1, il 3° con la Ferrari e i freni Brembo.









Il genio olandese 


I Paesi Bassi hanno regalato all’umanità molti geni, ma nessuno ha raggiunto la fama di Vincent van Gogh. Le sue mostre continuano ad attirare folle di visitatori e almeno 8 dei suoi capolavori sono andati all’asta per oltre 50 milioni di euro ciascuno. Tra le sue opere, una delle più riconoscibili è i Girasoli, serie oggi divisa tra musei olandesi, svizzeri e statunitensi. Numerosi sono anche i falsi d’autore, un po’ come accade per i freni Brembo: molti li desiderano ma non tutti sono in grado di distinguere i falsi ed è per questo che è stata sviluppata un’app per verificare l’originalità dei componenti frenanti.