Con il GP Germania, in programma dal 5 al 7 luglio al Sachsenring, la MotoGP si avvicina al giro di boa di metà stagione.
Due anni fa il circuito tedesco ha festeggiato i 90 anni di vita. Proprio in Germania, ma al Nurburgring, nel 1978, per la prima volta una gara della classe regina è stata vinta da una moto con freni Brembo: a trionfare fu Virginio Ferrari (Suzuki) con soli 7 decimi di vantaggio su Johnny Cecotto.
Il Sachsenring è l’unica pista della MotoGP di lunghezza inferiore ai 4 km. Eppure vanta addirittura 13 curve, di cui 10 a sinistra, mentre i rettilinei sono tutti piuttosto corti: il più lungo, quello d’arrivo, supera di poco i 700 metri.
La tortuosità della pista si traduce in un ricorso modesto ai freni: 3 delle 8 frenate si protraggono per meno di 2 secondi e una quarta per soli 2,4 secondi.
D’altra parte l’assenza di lunghi intervalli tra una curva e l’altra ostacola il raffreddamento dell’impianto frenante, spesso ostacolato dalle alte temperature: nel 2015 durante la gara l’asfalto raggiunse i 42 gradi.
Secondo i tecnici Brembo che assistono il 100 per cento dei piloti della MotoGP 2019, il Sachsenring rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.
In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, il secondo più basso di tutta l’estate dopo il TT Circuit Assen.