5 curiosità sul GP Catalunya MotoGP

20/05/2024

 Sesto appuntamento stagionale per la MotoGP.

​Dopo la parentesi di Le Mans, impreziosita dal valore record di 297.471 spettatori, la MotoGP torna in Spagna per il GP Catalunya. Il Circuit de Barcelona-Catalunya vide la luce nel 1991 grazie all’accordo tra il Real Automobil Club de Catalunya, la Generalitat de Catalunya e il Comune di Montmeló. Ospita il Motomondiale a partire dal 1992 ma le prime 4 edizioni furono battezzate GP Europa. 



I dati del GP 


Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il Circuit de Barcelona-Catalunya da 4,66 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 5 a causa di 10 staccate per complessivi 32 secondi al giro di utilizzo dei freni. Cinque di queste curve comportano frenate di almeno 3 secondi e spazi di frenata superiori ai 130 metri.




 

L’antidrag 


Maggiore è l’utilizzo dei freni, più elevato sarà il tempo sul giro. È lapalissiano mentre è meno noto che anche nelle fasi di non frenata l’utilizzo di una pinza freno tradizionale può comportare un rallentamento del veicolo in questione. Si tratta di un calo di prestazioni quasi impercettibile, ma comunque individuabile con la telemetria e visibile anche nei rilevamenti cronometrici. 


Per ovviare a questo problema, da alcuni anni le pinze della MotoGP sono dotate di sistema antidrag, meccanismo volto a ridurre la coppia residua durante le fasi di non frenata. Il sistema antidrag Brembo consiste in un piccolo perno azionato da una molla che va ad agire direttamente sulla pastiglia. Nel momento in cui il pilota rilascia il freno, azzerando la pressione dell’impianto, la molla riporta subito le pastiglie nella posizione di non contatto. Il risultato è una migliore scorrevolezza della moto.


 

La curva più dura 


La curva più dura del Circuit de Barcelona-Catalunya per l’impianto frenante è la prima dopo il traguardo: le MotoGP passano da 342 km/h a 103 km/h in 5,2 secondi in cui percorrono 292 metri mentre i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6,9 kg. La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo raggiunge i 14,8 bar e la temperatura dei dischi in carbonio i 620 °C.





 

Pedrosa e la gioia casalinga 


Con 3 Mondiali in bacheca e 54 GP vinti, Daniel Pedrosa è uno dei piloti spagnoli più forti di tutti i tempi: nel 2006 sbarcò in MotoGP dove fu a lungo protagonista anche se a causa degli infortuni non si è mai aggiudicato il titolo. L’anno buono sembrava il 2008. Al Montmelò, la sua gara di casa che fino a quel momento l’aveva respinto, si portò subito in testa e in breve fece il vuoto. A differenza dei rivali, le sue frenate quel giorno furono tutte precise e lineari, pur essendo particolarmente efficaci. Resterà però il suo l’unico trionfo al Montmelò.


 

Due stili unici


A quasi un secolo dalla sua morte, Antoni Gaudí resta il catalano più conosciuto al mondo. Le sue creazioni architettoniche , ispirate alle forme della natura, rappresentano la massima espressione del modernismo catalano. Le opere di Gaudí sono contraddistinte da decorazioni in ferro battuto, rivestimenti colorati in ceramica e forme plastiche ed ondulate. Il design di Brembo invece continua ad evolvere con l’innovazione tecnologica, attraverso la ricerca di nuovi linguaggi estetici per interpretare al meglio la mobilità del futuro.