Una settimana dopo Austin, la Formula 1 si sposta 1.200 km a sud per il 3° GP di
Città del Messico, il 23° sulla pista intitolata ai fratelli Rodriguez. Secondo i tecnici Brembo l’impianto messicano rientra nella categoria dei
circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un
indice di difficoltà di 4, superiore alle piste statunitensi del Mondiale ma identico al tracciato canadese di Montreal.
A differenza di altre componenti l’altitudine record del tracciato della capitale messicana non incide sul funzionamento vero e proprio dell’impianto frenante che è invece messo a dura prova dai picchi di velocità.
La scarsa densità dell’aria però contribuisce a un minor rendimento del cooling per dischi, pastiglie e pinze oltre che per i radiatori e quindi i motori.