5 curiosità sul GP Messico Formula 1

21/10/2024

 Ventesimo appuntamento stagionale per la Formula 1.

Ventesimo appuntamento stagionale per la Formula 1 con il GP Città del Messico, al quale l’anno scorso hanno complessivamente assistito 400.639 persone, di cui 152.668 nella sola domenica. Per offrire un servizio migliore al pubblico la tribuna chiamata Estadio GNP è stata sottoposto ad una ristrutturazione completa. Non è invece cambiato il layout della pista, identico da quando nel 2015 è tornata in calendario.




I dati del GP 


Secondo i tecnici Brembo l’Autódromo Hermanos Rodríguez da 4.304 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché la scarsa densità dell’aria, dovuta all’altitudine record del tracciato, contribuisce ad un minor rendimento del cooling per dischi, pastiglie e pinze. I piloti usano i freni in 9 delle 17 curve, anche se se ne servono in tutte le curve dalla 4 alla 7 comprese. Tre delle frenate sono della categoria Hard e 2 Medium.


 

L’antidrag 


Sulle auto di Formula 1 ogni elemento deve essere ottimizzato, evitando il verificarsi di comportamenti che riducono la performance complessiva. Di solito questa attenzione viene concentrata sulle appendici alari e sulla scocca delle monoposto, ma anche altre componenti possono incidere negativamente. Per esempio l’utilizzo di una pinza freno tradizionale può comportare la presenza di coppia residua, seppur minima anche nelle fasi di non frenata.



Questa anomalia è stata risolta da Brembo con l’introduzione sulle pinze dell’antidrag, un sistema realizzato tramite un perno azionato da una molla torsionale che riduce la coppia residua, cioè lo strisciamento non voluto tra disco e pastiglia, anche in condizioni estreme nelle fasi di non frenata. Nel momento in cui il pilota rilascia il freno, azzerando la pressione dell’impianto, la molla riporta subito le pastiglie nella posizione di non contatto.


 

La curva più dura 


La curva più dura dell’Autódromo Hermanos Rodríguez per l’impianto frenante è la prima: le monoposto vi arrivano a 342 km/h e scendono a 112 km/h in 2,68 secondi durante i quali percorrono 141 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,1 g e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 126 kg. La potenza frenante è invece di 2.209 kW.





 

La doppia prima 


Nel 1986 la Formula 1 tornò in Messico, a 16 anni di distanza dall’ultima volta: Nigel Mansell guidava la classifica con 10 punti di vantaggio su Nelson Piquet e 11 su Alain Prost, con la vittoria che ne valeva 9. La Williams era già campione del mondo Costruttori mentre la Benetton era sesta con 10 punti. Eppure a vincere il GP Messico fu proprio la Benetton con Gerhard Berger, unica a non compiere pit stop. Sia per il team che per il pilota fu la prima vittoria in Formula 1, un trionfo reso possibile anche dai freni Brembo. 



L’ottavo messicano 


Al 1° turno di Libere del GP Città del Messico prenderà parte anche Pato O’Ward, al volante di una McLaren. Il pilota di casa gareggia in IndyCar, campionato in cui vanta 7 successi e piazzamenti di tutto rispetto: nel 2021 chiuse la stagione al 3° posto, nel 2020 e 2023 al 4°, quest’anno al 5° e nel 2022 al 7°. Pato è l’8° messicano a guidare una F.1, anche se non tutti hanno corso almeno un GP perché Alfonso Celis non è andato oltre le Libere e i Test con la Force India.