Per la terza stagione consecutiva il 100% dei piloti della MotoGP ha deciso di affidarsi agli elevati livelli di performance, affidabilità e sicurezza garantite dai componenti Brembo: pinze freno, dischi, pompe freno, pompe frizione e pastiglie. Da quando la classe MotoGP è stata introdotta - nel 2002 - tutti i 278 GP disputati sono stati vinti da moto dotate di freni Brembo.
La serie vincente nella classe regina è però più lunga perché l’ultimo GP vinto in 500 da una moto priva di componenti Brembo è datata 1995. L’Azienda leader nella produzione di impianti frenanti prosegue nel lavoro di sviluppo dell’impianto frenante, per garantire ai piloti le massime prestazioni, l’ottimizzazione del feeling e l’assoluta sicurezza.
Brembo, inoltre, risponde alle richieste dei diversi team, offrendo la maggiore “personalizzazione” possibile dell’impianto frenante, legata alla soddisfazione delle specifiche esigenze dei piloti.
Per la stagione 2018, Brembo propone ai team in gara un’offerta di soluzioni frenanti ulteriormente ampliata e senza precedenti per la classe regina che prevede, per ciascun componente dell’impianto frenante, diverse opzioni tecniche a disposizione dei team e dei piloti.
Un’ampia gamma di soluzioni tecniche che consente a Brembo, pur fornendo il 100% dei piloti al via, di garantire a ciascun pilota la possibilità di “personalizzare” l’impianto frenante della propria moto in funzione del proprio stile di guida, delle caratteristiche del tracciato e della strategia di gara.
Nel 2018 i piloti avranno a disposizione 2 tipologie di pinza in alluminio (Light duty e Heavy duty) e altrettante varianti di pastiglie in carbonio (High Mass e Standard). Molto più numerose, invece, le opzioni relative ai dischi freno, alle pompe freno e alle ruote.
Constatata l’assenza di novità regolamentari e l’utilizzo di pneumatici con la stessa costruzione e profilo del 2017, i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con i team prevedono un comportamento di frenata non molto mutato rispetto alla scorsa stagione.
10 soluzioni di dischi freno in carbonio
La maggior parte dei piloti dovrebbe orientarsi sui dischi da 340 mm, dividendosi tra
High Mass (a fascia alta) e
Standard (a fascia bassa).
Per assicurare la medesima coppia frenante ed ottenere un ulteriore alleggerimento, sono stati introdotti i dischi da 340 mm
Light.
Alcuni team invece continueranno ad utilizzare i dischi Standard e High Mass da 320 mm. Inoltre, per ciascun formato di disco freno e pastiglia, sono disponibili due diverse mescole di carbonio che differiscono per bite iniziale e resistenza alle alte temperature.
Complessivamente sono ben 10 le diverse opzioni che Brembo mette a disposizione dei piloti relativamente alla scelta dei dischi freno. Dopo l’esito del GP Giappone dell’ottobre scorso che vide i primi 9 piloti al traguardo con moto dotate di dischi in carbonio nonostante la forte pioggia, saranno sempre di più i piloti che rinunceranno ai dischi in acciaio anche in presenza di precipitazioni atmosferiche.
Il carbonio assicura un triplice vantaggio: riduzione delle masse non sospese, coefficiente d’attrito identico dalla partenza all’arrivo e assenza di problemi di coppia residua che invece possono affliggere i dischi in acciaio.
2 tipologie di impianti con pompa pollice
Diversi sono poi i tipi di pompe freno a disposizione dei team, in termini di interasse.
Questa caratteristica permette di adattare sia la corsa sia la “reattività” del comando in funzione del feeling del pilota. Su ogni moto è inoltre presente il remote adjuster, utilizzato dal pilota con la mano sinistra per regolare la posizione della leva freno, anche a moto in movimento. Brembo segnala che oltre un terzo dei piloti della MotoGP usa regolarmente la pompa pollice.
Questa soluzione tecnica, introdotta da Brembo negli anni Novanta per aiutare Mick Doohan, permette l’attivazione del freno posteriore premendo un’apposita leva posta sul semi-manubrio sinistro.
Due sono le varianti di impianto con pompa pollice in uso nel 2018: la più diffusa si caratterizza per un unico circuito della pompa pollice e del pedale, servendosi di una pinza posteriore a 2 pistoni.
L’alternativa, invece, dispone di due circuiti separati, ciascuno dei quali agisce su 2 dei 4 pistoni della pinza posteriore. Nel primo caso un sistema esclude l’altro, nel secondo possono operare in contemporanea.