YART Yamaha campione del mondo con Brembo e Marchesini

25/09/2023

 Dopo sei anni, Yamaha è tornata a vincere il Mondiale Endurance: ci è riuscita con il Yamalube YART Yamaha EWC Official Team che ha allestito una YZF-R1 dotata di componenti frenanti Brembo e di cerchi Marchesini.

Dopo sei anni, Yamaha è tornata a vincere il Mondiale Endurance: ci è riuscita con il Yamalube YART Yamaha EWC Official Team che ha allestito una YZF-R1 dotata di componenti frenanti Brembo e di cerchi Marchesini su cui si sono dati il cambio Niccoló Canepa, Marvin Fritz e Karel Hanika.


 

​Il successo del team ufficiale Yamaha discende da una prestazione ai limiti dell’impeccabile nelle tre gare di un giorno inserite nel campionato del mondo: prima il 2° posto alla 24 Ore di Le Mans (Francia) che ha aperto la stagione, quindi il trionfo alla 24 Ore di Spa (Belgio) e per finire il 4° posto al Bol d’Or (Francia).

​In mezzo il 22° posto alla 8 Ore di Suzuka (Giappone), poco influente a causa del minor punteggio ad essa associata, complice la minor durata. Combinando questi piazzamenti, il team YART ha chiuso la stagione con 181 punti, 20 in più dello Yoshimura SERT Motul sfizio riuscendo a conquistare la vittoria nell’ultima gara dell’anno.



 

Notevole anche l’annata del team Suzuki perché oltre al successo al Bol d’Or ha fatto segnare un 4° posto a Spa, un 7° a Le Mans e un 11° a Suzuka. Se solo avesse ottenuto questi risultati nel 2022, con un bottino di 161 punti lo Yoshimura SERT Motul avrebbero conseguito il titolo iridato 2022, visto che ne bastarono appena 154 ai vincitori.

Anche il team Suzuki si è affidato ai freni Brembo e ai cerchi Marchesini, a dimostrazione della superiore combinazione di performance, affidabilità e costanza di rendimento dei componenti realizzati dal gruppo Brembo. Una triade assicurata dai continui investimenti sui prodotti e sui processi produttivi.



​La parabola di YART

YART sta per Yamaha Austria Racing Team ed è una formazione fondata nel lontano 2001 da Mandy Kainz che ancora oggi la gestisce. Il team ha sede a Heimschuh, un piccolo villaggio nel sud dell’Austria. Due anni dopo la sua fondazione è arrivato il primo podio, il 3° posto ad Imola, seguito nel 2004 dal 2° posto ad Oschersleben.

Con 2 terzi posti nel 2005 lo YART ha conquistato il 3°posto nel Mondiale mentre l’anno successivo è riuscito a vincere la 8 Ore di Suzuka, finendo 2° nel Campionato del Mondo. Restava da salire l’ultimo gradino per ottenere il titolo iridato: l’impresa è riuscita nel 2009 grazie ai trionfi alla 24 Ore di Le Mans e alle 8 Ore di Oschersleben, Albacete e Doha.


 

​Ad assicurare a YART il 1° titolo Mondiale furono lo sloveno Igor Jerman, l’australiano Steve Martin e il francese Gwen Giabbiani. All’epoca la R1 della formazione austriaca utilizzava le pinze AP Racing, azienda britannica che però già dal 2000 faceva parte del gruppo Brembo.

Sembrava l’inizio di un lungo dominio, invece soltanto nel 2018 alla 8 Ore di Slovacchia lo YART è tornato a vincere una gara del Mondiale Endurance, concedendo il bis nella stessa gara dodici mesi dopo, grazie anche all’impiego dei freni Brembo, diventati nel frattempo sempre più competitivi.

Non a caso nell’edizione 2019/20 del Mondiale lo YART ha vinto la 8 Ore di Sepang e la 12 Ore dell’Estoril, giungendo 4° alla 24 Ore di Le Mans e 2° nella classifica conclusiva, per colpa della caduta al Bol d’Or causata da una macchia d’olio persa da una moto rivale. L’R1 prese fuoco e fu così costretta al ritiro.


 

​L'invenzione di Brembo

Inconvenienti che capitano quando ci sono in pista una quarantina di moto, eppure ciò non esime i team dallo studiare ogni soluzione che riduca i tempi morti.

Anche Brembo si è occupata di questa problematica, attraverso una serie di studi per determinare la combinazione di componenti che riducesse i pit-stop senza compromettere le qualità ciclistiche delle moto.

Avere freni di minori dimensioni contribuisce a ridurre le masse non sospese e di conseguenza agevola l’accelerazione e rende più fluidi i cambi di direzione. D’altra parte però un impianto sottodimensionato non garantisce la potenza frenante necessaria o meglio la assicura solo per un numero contenuto di staccate perché poi dischi e pinzi finiscono con il surriscaldarsi.

Secondo Brembo la combinazione perfetta, stante le tecnologie attuali, è rappresentata dalle pinze alettate GP4-LM, dalla pompa radiale RMC Billet GP, dai i dischi a bussole da 328 mm di diametro e 7,1 mm di spessore e le pastiglie Z03. Oltre che naturalmente dai cerchi Marchesini, insuperabili per leggerezza, resistenza e rigidità.


 

Il fiore all’occhiello dell’impianto Brembo è rappresentato dalla pinza GP4-LM. Con gli esemplari precedenti le sostituzioni delle pinze erano più frequenti, con evidente maggior tempo perso in corsia box: per fare un esempio, alla 24 Ore di Le Mans del 2021, le pinze Brembo furono sostituite ogni 6 ore mentre l’anno scorso il cambio venne effettuato dopo 8 ore.

Con 2 terzi posti nel 2005 lo YART ha conquistato il 3°posto nel Mondiale mentre l’anno successivo è riuscito a vincere la 8 Ore di Suzuka, finendo 2° nel Campionato del Mondo. Restava da salire l’ultimo gradino per ottenere il titolo iridato: l’impresa è riuscita nel 2009 grazie ai trionfi alla 24 Ore di Le Mans e alle 8 Ore di Oschersleben, Albacete e Doha.


 

Invece al Bol d’Or 2023 lo Yoshimura SERT Motul è riuscito a conservare la stessa pinza per 14 ore e quindi ha operato un solo cambio, ritrovandosi a godere di una pinza Brembo più fresca per l’ultimo finale di gara. Anche grazie a questo risparmio di tempo il team Suzuki ha vinto con 7 giri di vantaggio sui secondi classificati.

Tutto ciò è stato reso possibile dalla combinazione tra la pastiglia Z03 alettata e l’impiego delle alette di ventilazione posizionate lungo il corpo pinza e derivate dall’esperienza maturata nella classe regina del MotoMondiale.

Le alette migliorano lo scambio termico dell’impianto frenante, contribuendo al suo raffreddamento, un plus importante nelle competizioni endurance.


 



Oltre che per le alette, la pinza Brembo GP4-LM discende dall’omonimo modello impiegato in MotoGP e nel Mondiale Superbike: ricavata dal pieno partendo da un monoblocco di alluminio, dispone di quattro pistoni da 32 e 36 mm di diametro e presenta la finitura in nichelatura.

MotoGP, Superbike e ora anche l’Endurance: per diventare campioni del mondo è importante non solo saper accelerare ma anche frenare nel miglior modo possibile. Parola di Brembo, lo standard delle competizioni a due ruote.