Ferrari vincente a Le Mans dopo 58 anni ma non è record

21/06/2023

 Dopo mezzo secolo la Ferrari torna in gara alla 24 Ore di Le Mans nella classe regina e conquista il gradino più alto del podio. Eppure non si tratta di un record perché c’è chi ha atteso ancora di più.

Cento anni e non sentirli, mostrando una vitalità insospettabile. La 24 Ore di Le Mans andata in scena il 10 e 11 giugno scorsi è stata memorabile, sia sotto l’aspetto sportivo che per il contorno che l’ha caratterizzata, unanimemente giudicato imperdibile. Un giusto premio per gli organizzatori e per le Case che per celebrare il centenario della prima edizione, disputata per l’appunto nel 1923, hanno moltiplicato gli sforzi.

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ra essi figurava anche Brembo, per la prima volta partner ufficiale dell’evento, in qualità di Braking Technology Provider grazie alle tecnologie avanzate di frenata sviluppate appositamente per le esigenze di ciascun team, pilota e vettura, nonché presente al villaggio con uno stand dedicato.


 




Il pubblico ha risposto in massa, facendo segnare il nuovo record di spettatori, addirittura 325 mila persone, ben 61.500 in più del precedente primato di affluenza, risalente al 2015.

Un contributo decisivo l’ha fornito la Ferrari che è tornata a correre nella classe regina della 24 Ore di Le Mans dopo mezzo secolo.


 

Come probabilmente saprete, la rossa numero 51 preparata da AF Corse si è aggiudicata la gara, ponendo fine ad un’astinenza che per il Cavallino durava dal 1965. Eppure, questo intervallo di tempo tra due successi non rappresenta un record per una Casa automobilistica come vedremo nella seguente classifica.


Ecco quindi la Top 5 dei Costruttori tornati a trionfare alla 24 Ore di Le Mans dopo più tempo:


 
5° posto Peugeot: 16 anni ​​


Pare strano, considerando quanto i francesi tengono alla loro 24 Ore, ma nessun produttore transalpino è riuscito a vincere più di 3 edizioni, valore condiviso da Matra e Peugeot, con la Bugatti a quota 2 e la Renault ferma all’unico successo del 1978.

Ma mentre Matra si è aggiudicata 3 edizioni di fila, dal 1972 al 1974, la Peugeot è riuscita a conquistarne solo un paio in sequenza, nel 1992 e 1993, sotto la direzione di Jean Todt, con le splendide 905. Nel 1993 arriva a monopolizzare il podio con un incredibile 1-2-3, così Todt si convince che sia impossibile fare meglio e accetta le lusinghe della Ferrari, approdando in Formula 1.

La Peugeot torna a Le Mans con la 908 HDi FAP nel 2007 e ottiene 3 pole position di fila ma solo nel 2009 riesce a vincere, con David Brabham, Alex Wurz e Marc Gené, conquistando pure il 2° posto con la vettura gemella, distanziata di un giro, mentre sul 3° gradino sale l’Audi, a 6 giri dai vincitori. L’intero podio condivide pinze e dischi Brembo.


 
4° posto Porsche: 17 anni ​​

Porsche è il marchio più vincente alla 24 Ore di Le Mans con 19 trionfi, per di più tutti concentrati in meno di mezzo secolo, dal 1970 al 2017.

Dal 1981 al 1987 la Casa di Zuffenhausen si toglie il lusso di vincere 7 edizioni consecutive, migliorando il record della Ferrari che era arrivata a 6 di fila dal 1960 al 1965. Come se non bastasse nel 1983 conquista 9 delle prime 10 posizioni.

Dopo 16 anni di assenza, quando vinse per l’ultima volta, nel 2014 Porsche ritorna nella classe regina del Mondiale Endurance. Lo fa con la 919 Hybrid con il pioneristico motore turbo a 4 cilindri da 2 litri benzina con downsizing e due sistemi di recupero dell’energia, mentre ai freni provvede ancora una volta Brembo.

Manca la Top 10 ma si rifà con gli interessi nel 2015 conquistando il successo con Earl Bamber, Nick Tandy e Nico Hulkenberg. Un’impresa nell’impresa perché quest’ultimo corre in Formula 1 con la Force India, ma riesce a ritagliarsi il tempo per gareggiare a Le Mans. Seconda ad un giro un’altra Porsche, terza a due giri la prima delle Audi.


 
3° posto Jaguar: 31 anni ​​

Negli anni Cinquanta Jaguar è il produttore da battere con 5 vittorie, nel 1951, nel 1953 e dal 1955 al 1957. In quest’ultima occasione piazza 5 vetture nelle prime 6 posizioni, malgrado la presenza di rivali agguerriti quali Aston Martin e Ferrari.

Per ritrovare Jaguar protagonista bisogna attendere la seconda metà degli anni Ottanta. Nel tentativo di togliere lo scettro a Porsche, nel 1988 scendono in pista sul circuito francese 5 Jaguar XJR 9 LM spinte dal motore V12 da poco meno di 7 litri che assicura una coppia di 828 Nm a 5.500 giri/minuto.

I campioni in carica rispondono facendo segnare i migliori tempi in qualifica. Le Jaguar sono potenti ma fragili, tuttavia l’esemplare numero 2 riesce a issarsi al comando. Nel finale però accusa problemi al cambio e così Jan Lammers è costretto a non scendere sotto la quarta marcia per evitare la rottura. L’intuizione è giusta e insieme a Johnny Dumfries e Andy Wallace riescono a imporsi con poco più di 2 minuti sulla prima delle Porsche.


 
2° posto Ferrari: 58 anni
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Dal 1949 al 1965 Ferrari conquista 9 edizioni della 24 Ore di Le Mans, ma dal 1974 tutti gli sforzi della Casa di Maranello si concentrano sulla Formula 1 accontonando l’Endurance che pur ha saputo regalarle grandi gioie.

Nel febbraio del 2021 Ferrari annuncia il ritorno nella top class delle gare di durata. Dopo i vari studi al simulatore e al banco, lo shakedown della 499P avviene il 6 luglio 2022.

È invece del 18 marzo 2023 il debutto in gara, a Sebring, ed è subito podio con il 3° posto alla 1000 Miglia dopo aver conquistato la pole con Antonio Fuoco. L’apprendimento continua con il 2° posto di Portimao e il 3° di Spa ma il colpaccio avviene a Le Mans dove il leader della corsa cambia la bellezza di 35 volte con 8 auto che si alternano davanti a tutti. Vince la rossa di James Calado, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi.


 
1° posto Bentley: 73 anni
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La prima edizione della 24 Ore di Le Mans se l’aggiudica la Chenard & Walcker ma già la successiva è preda di un’auto estera, ossia la Bentley. I padroni di casa tornano a fare la voce grossa nel 1925 e 1926 ma il costruttore britannico replica con 4 affermazioni di fila, tutte con gentlemen drivers ossia piloti non professionisti, l’ultima nel 1930 con la Speed Six che riesce a percorrere 2.931 km.

Nel 2001 Bentley rilancia la sfida, ma deve accontentarsi di un 3° posto, seguito dal 4° dell’edizione seguente. L’astinenza è interrotta nel 2003 con la EXP Speed 8 con motore V8 biturbo a 32 valvole da 4 litri con sistema FSI di iniezione diretta e dotata da regolamento di pneumatici più stretti dei concorrenti, al cui volante si alternano Tom Kristensen, Dindo Capello e Guy Smith.

Vincono con 2 giri di vantaggio sull’auto gemella che a sua volta rifila 3 giri alla prima delle Audi, tuttavia non presente in veste ufficiale, proprio per lasciare gloria a Bentley, marchio di sua proprietà. Con il 6° successo, a 73 anni dal precedente, Bentley eguaglia nell’albo d’oro Ford.