Singapore sembra Monaco, ma non nell’uso dei freni

27/09/2022

 Pinze Brembo iper performanti per i team F.1 al Marina Bay ma anche per chi desidera una frenata aggressiva su strada

​​​​​​​Dopo tre settimane di stop, complice la cancellazione del GP Russia inizialmente previsto il 25 settembre, la Formula 1si sposta in Asia: il GP Singapore torna in calendario a distanza di tre anni dall’ultima edizione perché nel 2020 e 2021 quest’area restò fuori dal campionato a causa della pandemia di Covid-19. 


Secondo i tecnici Brembo il Marina Bay Street Circuit rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 complice il ritmo serrato, come testimonia la media oraria sul giro vicino ai 190 km/h e la mancanza di adeguati spazi per il raffreddamento, in quanto il rettilineo più lungo misura solo 832 metri. ​



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Pinze personalizzate in F.1 ​​ ​ ​​​​ ​​

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Per gareggiare con successo nel GP Singapore i team modificano l’assetto delle monoposto. Non vengono invece cambiate le pinze freno, le cui forme e dimensioni sono definite in inverno per combinarsi nel miglior modo possibile con le esigenze specifiche dell’auto che vanno ad equipaggiare. 


Le sofisticate metodologie di progettazione a disposizione di Brembo hanno consentito di progettare, per ciascun team, un modello di pinza freno che ha permesso di ottimizzare il rapporto peso-rigidezza desiderato. C’è chi predilige pinze più leggere rinunciando alla massima rigidezza, mentre altri optano per soluzioni più rigide e con qualche grammo in più. ​


 

 


Il kit più sofisticato per le auto ​​ ​​​​​​


Per venire incontro alle richieste degli automobilisti che desiderano una frenata aggressiva sia sua strada che su pista, Brembo ha creato i kit frenanti GT/R, composti da pinze monoblocco in alluminio ricavate dal pieno ad attacco radiale, dischi flottanti in due pezzi e pastiglie ad alte prestazioni. 


Le pinze GT/R presentano caratteristiche tipicamente racing, dalla leggerezza alla rigidezza passando per la resistenza alle alte temperature. Sono progettate per offrire una forza frenante costante e un pedale stabile, ma anche per migliorare la dinamica e le prestazioni del veicolo, poiché contribuiscono a ridurre le masse non sospese. 


Scopri tutti i benefici dei kit GT/R.


 

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Uno sforzo da 97 tonnellate ​​​​ ​​​​


A differenza del Circuit de Monaco che misura appena 3.337 metri, il Marina Bay Street Circuit è lungo 5.063 metri e ciò si ripercuote sul numero di frenate al giro: 9 nel Principato di Monaco, 15 a Singapore, anche se la porzione di gara in cui si fa utilizzo dei freni è simile, 21 per cento a Montecarlo, 22 per cento sul tracciato asiatico. 


Dalla partenza alla bandiera a scacchi del GP Singapore ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di oltre 97 tonnellate, quasi 24 tonnellate in più del GP Monaco. Un impegno fisico non da poco, frutto anche della frenata alla curva 14: ben 150 kg di carico sul pedale per perdere 197 km/h in poco più di 2 secondi e in appena 95 metri. ​


 


Alla prima curva 5,1 g di decelerazione ​


Delle 15 frenate del Marina Bay Street Circuit 4 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e le altre 7 sono light. 


La più impegnativa in assoluto è la prima curva, intitolata a Benjamin Sheares, già presidente di Singapore: le monoposto passano da 293 a 127 km/h in 1,71 secondi in cui percorrono appena 91 metri. In questo punto i piloti sono soggetti ad una decelerazione di 5,1 g ed esercitano un carico di 149 kg sul pedale del freno. ​ ​​

 

 

E nei videogiochi?​​

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A differenza dei piloti in carne ed ossa che non corrono a Singapore dal 2019, i videogiocatori hanno avuto modo di utilizzare questo tracciato anche nell’ultimo biennio e quindi dovrebbero essere meno arrugginiti. Ciò nonostante, affrontare in maniera perfetta la prima curva non è scontato. La frenata va iniziata quando si passa sotto il ponte pubblicitario intitolato allo stesso videogioco. Si scala fino alla quarta marcia e poi si punta a sinistra, evitando di salire sul cordolo, così da sfruttare una traiettoria rettilinea per la curva 2.



 

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