L’ ULTIMO CAMPIONE DEL MONDO CON LA DUCATI RACCONTA I FRENI TRA 500, MOTOGP e SBK

11/07/2017

 Carlos Checa è venuto a visitare il nostro reparto produttivo. Ne abbiamo approfittato per fagli alcune domande sui freni Brembo.

​Ha iniziato a correre nel 1993, in classe 125 e negli ultimi 6 GP in classe 250, nel 1994 in classe 250, nel 1995 in classe 250, dal 1996 il passaggio immediato in 500 e dal 2002 in MotoGP fino al 2007. Nel 2008 l’esordio in SBK fino al 2013, vincendo il mondiale nel 2011 con la Ducati. Stiamo parlando proprio di Carlos Checa, ex pilota MotoGP e Superbike che è stato in visita presso lo stabilimento Racing di Brembo, a Curno. Durante la visita, Carlos si è intrattenuto a parlare con lo staff Brembo Racing, raccontando aneddoti e passaggi della sua importante storia da pilota. Con il supporto di Franco Zonnedda, ingegnere Brembo nonché assistente di pista SBK, Carlos si racconta attraverso questa intervista, tra ricordi di acciaio e frenate in carbonio, ovviamente marchiate Brembo.


 

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1​) Hai corso con freni Brembo in 125, 250, 500, MotoGP e Superbike. Raccontaci come frenavi…               

Ogni pilota costruisce nel tempo la propria frenata, caratteristica che lo contraddistingue dagli avversari.
La mia è sempre stata una frenata progressiva che quindi aumentava nel corso della gara, frenando in maniera moderata nelle prime curve.
Quando i primi anni ho iniziato a correre nel Mondiale, ho cercato di creare il giusto feeling con la moto, ho provato e riprovato varie tipologie di frenata fino a trovare il perfetto equilibrio tra freni Brembo e moto.
Ci sono stati diversi cambiamenti nell’utilizzo di alcuni materiali e componenti nel tempo: sicuramente i dischi in acciaio Brembo mi hanno permesso di instaurare subito un rapporto amichevole con la moto, invece i dischi in carbonio Brembo mi hanno portato a frenare in maniera più decisa e potente.



2) Come pilota, era più divertente usare i freni Brembo in 500, in MotoGP o in Superbike? Perché?

Era più divertente quando potevi sorpassare qualcuno, a prescindere dal campionato (ride…). La frenata è una combinazione tra prestazione, tempismo, pressione e condizioni atmosferiche. Dipende dall’impianto frenante Brembo ovviamente ma anche dalla pista, dal grip, dal freno motore, dalla moto e se tutti questi fattori sono positivi riesci a fare una frenata eccellente.
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3) Il tuo stile di frenata è cambiato con il cambio di categoria o è rimasto sostanzialmente lo stesso? Se sì, in cosa è cambiato?

Stile di guida e stile di frenata cambiano a seconda della categoria in cui si corre e si basano su alcune variabili, come la tipologia di curva o il fatto che la pista sia asciutta o bagnata. Il mio è diventato più aggressivo, più diretto. Cambiando pista o categoria, devi essere bravo a leggere le condizioni esterne e a far sì che la moto si adatti a queste, senza modificare troppo il tuo stile di guida che contraddistingue ogni pilota. Mi ricordo quando si frenava con i primi dischi in carbonio Brembo, non erano frenate perfette ovviamente: adesso è cambiato tutto grazie all’innovazione dei materiali.

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4) Era più divertente frenare negli anni Novanta con nessun aiuto tecnologico o negli anni Duemila con molti aiuti?

La frenata, non essendo correlata all’elettronica, è l’unica componente che nel tempo non è cambiata (non c’è ancora oggi l’ABS). Grazie alla costante innovazione tecnologica, e grazie a Brembo, sono però cambiate la potenza di frenata e la modulabilità della frenata, lasciando il freno non fortemente condizionato dall’elettronica(con l’eccezione del freno motore, che permette a ogni pilota di giocare maggiormente sui movimenti della moto).

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5) Usi la moto anche in strada? Che moto hai? E che impianto frenante?

Ho una Ducati Multistrada con impianto Brembo, prima avevo una Scrambler (anche questa con freni Brembo ndr).

6) Se dovessi dare consigli a chi gira in pista per diletto, che suggerimenti daresti per migliorare la frenata?

Prima bisogna sentire la moto, farla diventare propria, sentirla vicina, senza pensare troppo ai dettagli esterni, senza ragionare per metri né per numeri. Quando tutto si uniforma e si inizia a prendere confidenza con la gomma, con i freni, con l’assetto della moto, allora si può andare ad aumentare la pressione. Quando si frena, è fondamentale la posizione della moto - rispetto alla curva - e del pilota che deve rimanere dritto per fare gioco tra freno anteriore e freno posteriore e in questa situazione la posizione delle ginocchia aiuta molto nel preformare la frenata. La cosa più importante è sentire tua la moto, deve fare parte di te. Dopo, tutto è in discesa. Pensiamo che la moto sia soltanto una questione di elettronica e tecnologia, ma in realtà è la sensazione, è il feeling che tu stabilisci con la moto, che ti porta a guidarla senza che l’elettronica e la tecnologia influenzino troppo l’istinto del pilota.