5 curiosità sul GP Qatar MotoGP

05/03/2024

 La stagione di MotoGP si apre con un GP che ha esordito 20 anni fa e sede dei recenti test.

A meno di 4 mesi di distanza dalla precedente edizione, il GP Qatar torna ad essere l’appuntamento inaugurale del Campionato del Mondo della MotoGP. Una consuetudine che si ripete dal lontano 2007, con l’eccezione per l’appunto del 2023 e in precedenza del 2020. Quattro anni fa, a causa della pandemia di Covid-19, a Lusail gareggiarono soltanto Moto2 e Moto3, i cui team e piloti si trovavano già in Qatar dalla settimana precedente il GP per la disputa dei test.


 

I dati del GP


Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il Lusail International Circuit da 5,38 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 3, nonostante la presenza di 13 frenate al giro: 3 sono però della categoria Medium e ben 6 sono Low. Soltanto in una staccata al giro inoltre la decelerazione supera i 160 km/h e lo spazio di frenata i 200 metri.



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​La luminosità e i freni 


Il GP Qatar si disputa dal 2004 ma dal 2008 si gareggia in notturna, grazie alla luce artificiale. Peraltro, quando nell’aprile del 2006 Valentino Rossi, Loris Capirossi e Kenny Roberts Junior svolsero i primi test i giudizi non furono lusinghieri. Tre i problemi rilevati ai tempi: la presenza di ombre, la scarsa luminosità e l’estensione insufficiente della copertura delle luci. I problemi furono superati nei mesi seguenti e così il 9 marzo 2008 il GP Qatar si disputò senza alcun intoppo. 


La gara in notturna permette di ammirare l’incandescenza dei dischi in carbonio Brembo nelle frenate più violente, un fenomeno solitamente mascherato dalla luce del sole nelle gare pomeridiane, anche nei circuiti più impegnativi per i freni. Con la luce solare, per vedere i dischi roventi questi dovrebbero aumentare la loro temperatura di oltre 120 °C rispetto a quella solitamente raggiunta.





​La curva più dura


La curva più dura del Lusail International Circuit per l’impianto frenante è la prima, complice il rettilineo di 1.068 metri che la precede: le MotoGP si servono dei freni per passare da 346 km/h a 99 km/h in 5,3 durante i quali percorrono 294 metri. Per riuscirci esercitano un carico di 5,2 kg sulla leva del freno mentre la pressione del liquido freno Brembo raggiunge gli 11,2 bar.





​La rivoluzione delle ali


Il GP Qatar del 2015 fu contraddistinto dal debutto della Desmosedici GP15, una moto completamente diversa dalle Ducati che l’avevano preceduta, sia a livello di motore che per l’introduzione dei profili alari, utili per accrescere il carico aerodinamico. La GP15 viene considerata la pietra angolare del dominio attuale Ducati. Nello stesso 2015 Brembo introdusse le pinze in alluminio heavy duty specificatamente concepite per l’impiego con pastiglie high mass.





Il fenomeno


Lo sportivo più celebre del Qatar è Nasser Al Attiyah, medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012 nel tiro a volo, specialità skeet. Il 43enne è però soprattutto un pilota dedito alle competizioni off-road, come dimostrano i suoi 5 trionfi al Rally Dakar. Memorabile il suo 2015 con la conquista della Dakar con la Mini e il titolo Mondiale WRC2 con la Skoda. L’unico comune denominatore tra le due imprese furono i freni del gruppo Brembo.