MALGRADO 7 FRENATE IN AUSTRALIA SI FATICA A SCALDARSI

11/10/2022

 Nel GP Australia della MotoGP i freni non bollono e il rischio è scongiurato anche da chi usa il fluido Brembo per le moto stradali

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Dopo una settimana per tirare il fiato, la MotoGP riparte dall’Australia da cui manca dal 2019 perché per combattere la pandemia il Paese australe aveva imposto severe restrizioni. Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, Phillip Island rientra nella categoria dei circuiti meno impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 1. 


Situato sull’omonima isola a 140 km da Melbourne, è il circuito più vicino al Polo Sud dell’intero campionato, con 38 gradi di latitudine. Per mantenere adeguata la temperatura iniziale dei freni spesso le MotoGP utilizzano le cover in carbonio, le stesse usate anche in altri circuiti in caso di pioggia. ​​





 

Fino a 300°C il fluido Brembo non bolle​


Oltre a pinze, dischi, pastiglie, pompe freno e pompe frizione, Brembo fornisce a tutti i piloti della MotoGP anche il fluido freni. Due le tipologie a disposizione: l’HTC64 contraddistinto da maggiore resistenza alle alte temperature ambientali ma da minore igroscopicità. Con quest’ultimo termine si intende la capacità di assorbire l’umidità presente nell’atmosfera. 


Per questo motivo laddove l’umidità è elevata il fluido freni viene sostituito ogni giorno. Un’operazione decisamente meno frequente in presenza di basse temperature con le quali i team optano per il fluido LFC 600, più stabile in termini di compressibilità e maggiormente igroscopico. Diversi sono anche i loro punti di ebollizione a secco: circa 315°C per LCF 600 contro i 335°C dell’HTC64. ​



 

 


I fluidi freni per le moto stradali ​


Il fluido LCF 600 Plus è disponibile sul mercato, anche se è consigliato per l’utilizzo in pista: data la sua elevata igroscopicità, la sua durata è però limitata. Tale periodo dipende da diverse variabili ma è in genere compreso tra 2.000 e 4.000 km. Può essere miscelato con altri fluidi racing Dot3 e Dot4, ma non va inserito negli impianti frenanti con parti in magnesio. 


Sui 270°C a secco è invece il punto di ebollizione del Brembo Dot 4 Sport.Evo 500++, consigliato per chi utilizza la moto su strada senza lesinare sulle prestazioni. Le sue ottime caratteristiche permettono un lungo chilometraggio prima della sua sostituzione: in genere da 12.000 a 24.000 km. Non va però usato in impianti predisposti per fluidi minerali. Dai un’occhiata alle caratteristiche dei fluidi Brembo. ​ 


https://moto.brembo.com/it/media/product/fluido_freni_brembo_racing​​



 

 
 

 

 

Che leggerezza!​


In 7 delle 12 curve della pista australiana i piloti utilizzano i freni, incluse 3 delle prime 4 dopo la partenza. Nel corso di un giro intero l’impianto frenante è in funzione per 22 secondi, equivalenti al 25 per cento della durata della gara. Merito anche della frenata alla lentissima curva 4, affrontata a meno di 70 km/h, che richiede 4,6 secondi e un carico sulla leva di 4,7 kg per perdere 156 km/h. 


Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi si sfiorano appena i 6,4 quintali, il valore più basso dell’intero campionato. Ciò unito alla vicinanza con le gelide acque dell’Oceano Pacifico può far insorgere problemi ai freni in carbonio, che rischiano di non raggiungere la temperatura minima di esercizio. ​




282 metri in 4 secondi​


Delle 7 frenate di Phillip Island nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni, 2 sono di media difficoltà e le altre 5 sono light. 


​Con i suoi 282 metri di spazio di frenata, la prima curva dopo il traguardo è la più dura per l’impianto frenante: le MotoGP passano da 344 km/h a 181 km/h in 4,1 secondi durante i quali i piloti esercitano un carico sulla leva di 4,3 kg e subiscono una decelerazione di 1,5 g. ​

 

           
E nei videogiochi?


Per affrontare in maniera adeguata la prima curva di Phillip Island nel videogioco MotoGP bisogna anzitutto spostarsi poco alla volta sul rettilineo dal lato destro a quello sinistro della carreggiata. Individuare il punto di staccata non è facile perché i riferimenti ambientali sono quasi inesistenti. Se fate attenzione però vedrete sulla pista una linea bianca orizzontale: appena superata, bisogna attaccarsi ai freni. Dopo aver perso almeno 120 km/h si scende in piega, approfittando anche del cordolo interno, per chiudere gli spazi a chi è alle spalle.​