5 curiosità sul GP Portogallo MotoGP

18/03/2024

 Secondo appuntamento con la MotoGP sul tracciato lusitano per chi supera i limiti

Dopo lo scoppiettante inizio in Qatar, con 3 Costruttori differenti sul podio della gara domenicale, la MotoGP si sposta in Europa per il secondo appuntamento stagionale. Per il GP Portogallo si tratta della quinta edizione consecutiva, tutte disputate all’Algarve International Circuit, impianto realizzato su iniziativa di Paulo Pinheiro e completato nell’ottobre del 2008, in tempo per ospitare il round conclusivo del Mondiale Superbike.


 

I dati del GP


Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, l’Autodromo Internacional do Algarve da 4,59 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché metà delle 10 frenate rientrano nella categoria Low e soltanto 2 sono High. Peraltro queste 2 sono tutte racchiuse nelle prime 5 curve, facilitando quindi il ritorno dell’impianto a temperature accettabili nelle restanti curve.




 

​Oltre i limiti


Il motto dell’Autodromo Internacional do Algarve è il seguente: “Prima di tutto, avanti. Perché quanto più guardiamo avanti, tanto più andiamo lontano. Come il pilota che cerca di superare i propri limiti. Come tutti quelli che sfidano il movimento. Il futuro degli sport motoristici è una corsa senza fine: efficienza, velocità, regole e sicurezza. Tutte questioni poste dalla determinazione umana. Sfide che non ci fermano, perché le nostre menti continuano a ruotare, sempre progettando nuovi obiettivi”. 


Queste parole si adattano alla perfezione al percorso compiuto da Brembo nel motorsport e alla filosofia che l’ha ispirato. Per Brembo le competizioni motociclistiche sono l’ambiente più idoneo per favorire l’evoluzione delle proprie innovazione e tecnologie. Talvolta anche andando contro l’ortodossia, come quando concepì e realizzò la pinza con attacco radiale, un progetto così visionario e radicale da trovare inizialmente scetticismo ma che oggi invece costituisce lo standard “de facto” delle moto.




 

La curva più dura


La curva più dura dell’Autodromo Internacional do Algarve per l’impianto frenante è la prima, complice il rettilineo di 969 metri che la precede: attraverso il ricorso ai freni per 4 secondi i piloti della MotoGP riescono a ridurre la velocità da 330 km/h a 123 km/h mentre percorrono 243 metri. Per riuscirci esercitano un carico di 7 kg sulla leva del freno mentre la pressione del liquido freno Brembo raggiunge i 14,9 bar.


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L’ultima del Brasile


Questa è soltanto la seconda volta che il GP Portogallo costituisce il 2° appuntamento del calendario: il precedente nel 2005, anno in cui si impose Alex Barros con la Honda del team Pons davanti a 3 italiani. Secondo fu Valentino Rossi, 3° Max Biaggi e 4° Marco Melandri. Quello fu l’ultimo GP della classe regina vinto da un pilota brasiliano. La sua RC211V era dotata di pinze Brembo, come tutte le moto che vinsero i 17 GP di quel campionato.


 

L’idolo che frena senza esagerare


Nelle sue prime 5 stagioni in MotoGP, il portoghese Miguel Oliveira ha conquistato 5 GP, tutti con la KTM. La gara che ha svelato al mondo il suo talento è il GP Stiria 2020: all’ingresso dell’ultima curva Jack Miller frenò tardi per operare un block pass ai danni di Pol Espargaró che era in testa. Oliveira, in quel momento 3°, invece ricorse ai freni Brembo come aveva sempre fatto, senza esagerare, così quando le 2 moto che lo precedevano furono costrette ad allargare trovò il varco e sullo slancio andò a vincere.