Tutto ma proprio tutto sull’uso dei freni Brembo nel Campionato Mondiale Endurance (moto)

11/09/2018

 Bol d'Or for dummies: i vincitori 2017 svelano le curiosità sull'uso dei freni Brembo alla 24 ore

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​Sabato 27 maggio del 1922, ore 6.30 del mattino: 17 moto sono schierate sulla linea di partenza del circuito in terra battuta da 5,1 km che collega i paesi di Vaujours, Clich-sous-Bois e Livry-Gargan. Dopo 24 ore di gara emerge come vincitore il francese Tony Zind su Motosacoche: ha completato 243 giri (1.245 km), 19 in più del secondo, ad una media di 51,9 km/h.

 

Il regolamento della prima edizione del Bol d’Or, la gara motociclistica endurance più antica al mondo, stabiliva che ciascuna moto dovesse essere guidata da un solo pilota. Avevano però diritto a 4 ore di riposo, facoltative: Zind, infatti, non ne usufruì. Nessuna delle 17 moto al via utilizzava freni Brembo: la ragione era semplice, Brembo sarebbe nata nel 1961 e solo a partire dal 1972 iniziò a produrre freni per moto.

 

Da allora questa magnifica gara e i freni Brembo ne hanno fatta di strada. In occasione della 82esima edizione, in programma dal 15 al 16 settembre al Circuit Paul Ricard, nonché gara inaugurale del Fim Endurance World Championship 2018/2019), abbiamo preparato un approfondimento sugli impianti frenanti e il loro utilizzo. ​​​​


 
 

Per una volta, però, anziché far parlare i tecnici Brembo abbiamo dato la parola ad uno dei team più vincenti di tutti i tempi. Ci riferiamo al GMT94 Yamaha, creato dal francese Christrophe Guyot: GMT94 è infatti la sigla di Guyot Motorcycle Team e 94 il numero del dipartimento francese in cui risiede. Negli ultimi 20 del Campionato del Mondo Endurance il GMT94 ha vinto 3 titoli iridati (2004, 2014 e 2017) e 17 gare, ottenuto 13 pole position ed è salito 36 volte sul podio.

 

Il Bol d’Or 2017 (solo 29 all’arrivo delle 59 moto partenti) fu dominato dal GMT94 Yamaha che restò al comando per quasi tutta la gara e conquistò il successo con un vantaggio di 9 giri sugli inseguitori. In totale Mike di Meglio, Carlos Checa e Niccolò Canepa completarono 683 giri, perdendo ai box solo 27 minuti e 8 secondi, a fronte dei 33 minuti e dei 44 minuti delle altre due moto finite sul podio.

 

Quest’anno, complice la concomitanza con la tappa di Portimao del Campionato Mondiale Supersport, il GMT94 non sarà al via del Bol d’Or ma questo non ci ha impedito di dare la parola a Christophe Guyot.


 

DIECI ANNI INSIEME

 

«Utilizziamo gli impianti frenanti Brembo dal 2008. Siamo stati i primi ad utilizzare le pinze del Mondiale Superbike nell’Endurance World Championship. I motivi? Ci garantiscono tutta la potenza frenante di cui abbiamo bisogno e la costanza di prestazioni durante la gara. E infatti poi ci hanno copiato in molti».

 

L’INTUIZIONE

 

«Pur essendo sostenuti da Yamaha, noi compriamo le moto dalle concessionarie e le prepariamo nella nostra officina. La nostra strategia è sempre stata di cercare delle soluzioni innovatrici per cercare di battere la concorrenza: fedeli a questa filosofia, ci produciamo le nostre carene, i nostri sistemi di rifornimento rapido e tutti i pezzi speciali. Nel 2008 non esistevano freni Brembo concepiti per l’Endurance, tutte le squadre ufficiali usavano i freni della concorrenza. Così abbiamo avuto l’idea».

 

LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE

 

«La prima volta che alla 24 Ore di Le Mans abbiamo utilizzato i freni Brembo per le Superbike li abbiamo dovuti sostituire 4 volte durante la gara. I nostri rivali che invece li cambiavano solo una volta ci hanno presi per folli. Ma il mio ragionamento era piuttosto semplice: con i freni Brembo guadagnavamo 3 decimi al giro. Nell’arco di 24 ore questo equivale a 240 secondi, cioè 4 minuti». ​​​

 

 

​E IL TEMPO PERSO?

 

«All’epoca ci servivano 45 secondi per cambiare i freni. Con 3 soste in più rispetto agli altri team quindi avevamo una perdita di 135 secondi a fronte però di un guadagno di 240 secondi. Oltre tutto le pinze Brembo erano più facili da cambiare rispetto a quelle concorrenti per le quali serviva oltre un minuto. In pratica quindi Brembo ci ha permesso di guadagnare più di un giro e mezzo sulle 24 Ore, malgrado 3 sostituzioni in più».

 

SEDUTI A UN TAVOLO

 

«Alla luce di questo risultato l’importatrice Brembo per la Francia ci ha organizzato una riunione al Salone Eicma di Milano con gli ingegneri Brembo. Abbiamo parlato loro delle nostre esigenze e hanno accettato la sfida di fabbricare una pinza concepita per l’Endurance con le stesse prestazioni di quelle del Mondiale Superbike. Il risultato ottenuto è eccezionale perché a fronte di un minimo aumento di peso, necessario per coprire l’intero chilometraggio, non abbiamo constatato alcuna perdita di performance e un enorme guadagno di durata per le pastiglie».

 

PRESTAZIONI DA 10 (8+2)

 

«Con i freni Brembo abbiamo vinto 8 gare dell’EWC e due titoli Mondiali. Al di là delle prestazioni garantite da questi componenti, siamo riusciti a imporci perché non abbiamo mai riscontrato alcun tipo di problema all’impianto frenante. È stata una delle chiavi dei nostri successi». ​

 

 

 
 

CAMBIO? NO, GRAZIE NON SEMPRE C’E BISOGNO

 

«Durante la 8 Ore di Suzuka non cambiamo nessun componente dell’impianto frenante mentre alla 24 Ore di Le Mans sostituiamo 2 volte le pinze, ad ogni terzo di gara. Al Bol d’Or invece possiamo conservare gli stessi freni dalla partenza all’arrivo perché la pista e le condizioni meteo sono meno gravose sull’impianto».

 

LA PREPARAZIONE E’ TUTTO

 

«Per avere i freni pronti per una gara Endurance, Brembo ci suggerisce di fare 3 giri per permettere alle pastiglie di entrare in temperatura: il rodaggio si esaurisce qui perché dopo che si sono raffreddate sono pronte. Ed in effetti l’usura così è regolare dalla partenza fino all’arrivo o alla sostituzione. Non serve invece rodaggio per le pinze: prendiamo il via con le pinze nuove».

 

FRENARE AL BUIO

 

«A differenza di quanto pensa chi non conosce le gare Endurance, di notte le prestazioni delle moto, i tempi sul giro e il rendimento dei freni non cambiano rispetto al giorno. Per conservare lo stesso ritmo i piloti devono scegliere i riferimenti visuali che non scompaiono con l’oscurità. Questo evita loro di arrivare troppo lunghi in frenata o di usare i freni troppo presto. Inoltre, a parità di staccate, spesso i record sul giro si realizzano di notte perché i motori rendono meglio». ​​