La MotoGP in Australia dove Stoner faceva la differenza con Brembo

18/10/2023

 Cambio di continente per la MotoGP che si trasferisce in Oceania per il quint’ultimo round della stagione.

Cambio di continente per la MotoGP che si trasferisce in Oceania per il quint’ultimo round della stagione. Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, Phillip Island rientra nella categoria dei circuiti meno impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 1.

Situato sull’omonima isola a 140 km da Melbourne, è il circuito più vicino al Polo Sud dell’intero campionato, trovandosi a 38 gradi Sud di latitudine. Per mantenere adeguata la temperatura iniziale dei freni spesso le MotoGP utilizzano le cover in carbonio, le stesse usate anche in altri circuiti in caso di pioggia.



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Il trucco di Stoner

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Ventisei sono i GP ospitati da Phillip Island e 25 i successi nella classe regina di moto dotate di freni Brembo, oltretutto consecutive. Enorme il contributo fornito dai piloti di casa, a partire da Wayne Gardner e Mick Doohan, fino a Casey Stoner, impostosi per sei anni di fila, dal 2007 al 2012, le prime quattro edizioni con la Ducati, le ultime due con la Honda.

Stoner usava molto il freno posteriore in fase di accelerazione, affidandosi esclusivamente alle sue sensazioni, in un’epoca in cui l’elettronica delle moto non era così sviluppata. Incredibile la differenza che faceva alla curva 3 di Phillip Island, facendo derapare la sua moto prima ancora dell’ingresso in curva, facendo frenare il posteriore. In quel modo riusciva a portarsi più a sinistra dei rivali e poteva frenare con la moto dritta all’interno di curva 4, eliminando buona parte dei rischi.



 


Phillip Island come Silverstone

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In metà delle 12 curve della pista australiana i piloti utilizzano i freni, incluse 3 delle prime 4 dopo il via. In un giro intero di Phillip Island l’impianto frenante è in funzione per 20 secondi, equivalenti al 23 per cento della durata della gara. Solo a Silverstone il valore assoluto e la percentuale sono inferiori, sebbene il circuito britannico sia più lungo di un chilometro e mezzo.

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi nel GP Australia si sfiorano appena i 6,4 quintali, il secondo valore più basso dell’intero campionato dopo il GP Gran Bretagna. Ciò unito alla vicinanza con le gelide acque dell’Oceano Pacifico può condizionare il funzionamento dei dischi in carbonio, che rischiano di non raggiungere la temperatura minima di esercizio.



 

Meno 152 km/h in 3,6 secondi

Delle 6 frenate di Phillip Island nessuna è considerata altamente impegnativa per i freni, 3 sono di media difficoltà e altrettante sono light.

Con i suoi 255 metri di spazio di frenata, la prima curva dopo il traguardo è la più dura per l’impianto frenante: le MotoGP passano da 346 km/h a 194 km/h in 3,6 secondi durante i quali i piloti esercitano un carico sulla leva di 4,7 kg e subiscono una decelerazione di 1,7 g.


 

E nei videogiochi?


Per affrontare in maniera adeguata la curva di Phillip Island intitolata a Mick Doohan nel videogioco MotoGP bisogna progressivamente spostarsi dal lato destro a quello sinistro del rettilineo principale.

L’assenza di figure di contorno alla pista rende complesso individuare il punto di staccata. Se fate attenzione però vedrete che ad un certo punto il cordolo di sinistra cambia colore, presentando una evidente macchia nera: è il segnale per azionare i freni e scendere in piega, ma senza esagerare con la decelerazione.