Così come nel 2024, anche quest’anno i titoli Piloti e Costruttori vengono assegnati all’ultimo round del Mondiale Superbike: a contenderseli sono Toprak Razgatlioglu spalleggiato dalla BMW e Nicolò Bulega forte della Ducati. 

Teatro della sfida il Circuito de Jerez intitolato ad Angel Nieto che ha già ospitato 11 edizioni ma mai più di 5 consecutive.

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I dati del gp

Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con 12 dei 14 team del Mondiale Superbike, il Circuito de Jerez da 4,423 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. 

In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché i piloti utilizzano i freni 10 volte al giro per poco meno di 28 secondi: 2 frenate sono della categoria High, 6 Medium e 2 Low.

La curva più dura

La curva più dura del Circuito de Jerez per l’impianto frenante è la 6 che porta il nome di Dani Pedrosa: le Superbike scendono da 281 km/h a 68 km/h in 4,8 secondi in cui percorrono 211 metri mentre i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6 kg. 

La decelerazione è di 1,5 g e la pressione del liquido freno Brembo raggiunge i 12,8 bar.

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Il saluto al più grande

Il round di Jerez segna all’addio alle competizioni di Jonathan Rea, il pilota più vincente nella storia del Mondiale Superbike: 6 titoli Mondiali, 119 gare vinte, 104 giri veloci, 264 podi e 44 pole dal 2008 al 2025.  

Fatta eccezione per le pole, tutti gli altri dati costituiscono record difficilmente superabili, a dimostrazione del dominio del pilota nordirlandese e della sua longevità ad altissimi livelli, testimoniata dai 10 campionati consecutivi (2014-2023) chiusi nelle prime 3 posizioni.

Evolversi sempre

Nel Mondiale Superbike Rea ha esordito con la Honda nel 2008, salvo passare nel 2015 alla Kawasaki mentre l’ultimo biennio l’ha visto difendere i colori della Yamaha. 

In questi 17 anni Rea ha sempre utilizzato le pinze Brembo che però si sono evolute nel tempo: prima fu introdotta la pinza Evo, poi la Evo2 e infine l’ultima nata con alette sul corpo esterno, l’amplificazione e il sistema anti-drag. 

Per restare ai vertici, evitando di essere raggiunti dai rivali, come ha fatto Rea, bisogna sempre evolversi.

35 anni fa

Nel 1990 il round inaugurale del Mondiale Superbike si disputò al Circuito de Jerez. Raymond Roche, con la Ducati 851, conquistò la pole e si aggiudicò entrambe le manche. 

Fu l’inizio del ciclo vincente della Ducati che quell’anno si aggiudicò il suo primo titolo Superbike. 

La 851 impiegava dischi in carbonio, all’epoca consentiti dal regolamento, da 273 mm di diametro e pinze a due pezzi con quattro pistoni, entrambi prodotti da Brembo, a fianco di Ducati fin dal 1988, anno di nascita del Mondiale Superbike.