Penultimo appuntamento stagionale per il Mondiale Superbike che resta nella penisola iberica, pur spostandosi in Portogallo. 

A fine marzo si gareggiò all’Autodromo Internacional do Algarve, mentre stavolta tocca al Circuito Estoril che ha già ospitato 6 edizioni per un totale di 16 gare: due nel 1988 e 1993, tre dal 2020 ad oggi, con l’eccezione del 2023, anno in cui non si corse.

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I dati del gp

Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con 12 dei 14 team del Mondiale Superbike, il Circuito Estoril da 4,182 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. 

In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché i piloti utilizzano i freni per il 30 per cento della gara, la percentuale più alta dell’intero campionato. 

In un giro i freni sono usati 9 volte per complessivi 28 secondi e mezzo: 2 frenate sono della categoria High, 2 Medium e 5 Low.

La curva più dura

La curva più dura del Circuito Estoril per l’impianto frenante è la prima: le Superbike scendono da 305 km/h a 78 km/h in 5,6 secondi in cui percorrono 282 metri mentre i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 4,8 kg. La decelerazione è di 1,5 g e la pressione del liquido freno Brembo raggiunge i 10,2 bar.

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L’illusione di Davide

Il terz’ultimo round della prima edizione del Mondiale Superbike, nel 1988, si disputò all’Estoril. 

La Bimota fece valere la sua legge con la pole di Stéphane Mertens e poi fece doppietta in entrambe le manche, in Gara1 con Davide Tardozzi vincitore e Mertens 2° e in Gara2 a posizioni invertite. 

A quel punto Tardozzi guidava la classifica con 80,5 punti, con Fabrizio Pirovano 2° a 74 e Fred Merkel 3° a 69,5 con la vittoria che assegnava appena 10 punti. 

Tuttavia, a conquistare il titolo fu Merkel mentre Tardozzi chiuse solamente 3°.

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I freni della Bimota

Le Bimota YB4 guidate da Tardozzi e Mertens nel 1988 erano costituite da un telaio a doppio trave in alluminio e dal motore Yamaha quattro cilindri in linea da 749 cm3. 

Per la frenata venne scelto l’impianto Brembo composto da doppio disco anteriore da 320 mm di diametro e dal disco posteriore da 230 mm su cui agivano pinze in due pezzi fissate con quattro viti d’unione. Nei test eseguiti all’epoca da alcune riviste la YB4 riuscì a fermarsi partendo da 100 km/h in appena 36 metri.

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Cinque anni fa

Nella Superpole Race del 2020 all’Estoril la Yamaha monopolizzò il podio: vinse Toprak Razgatlioglu con Garrett Gerloff 2° e Michael Van der Mark 3°. 

È l’unico caso di tripletta di un Costruttore sulla pista portoghese. Quell’anno Brembo introdusse la pompa push & pull che permette di azionare il freno posteriore con l’indice: questa pompa è montata sulla leva sinistra e presenta una rotazione di 180° rispetto all’uso a pollice, caratteristica che ne aumenta la modulabilità e la presa sulla leva in staccata.