Per Marc Marquez l’unico comune denominatore dei 9 Mondiali vinti sono i freni Brembo che però sono cambiati molto dalla 125 alla MotoGP ma parecchio si è modificata anche la sua frenata

Nove volte campione del mondo. È il traguardo raggiunto in Giappone da Marc Marquez che ha eguagliato Valentino Rossi, Mike Hailwood e Carlo Ubbiali. A questo punto gli restano davanti solo Angel Nieto con 13 titoli, anche se lo spagnolo, particolarmente scaramantico, amava dire 12 più 1, e Giacomo Agostini con 15.

 

Tuttavia, Marc Marquez è l’unico pilota dei pluricampioni del mondo ad aver aspettato 6 anni prima di tornare in cima al mondo. Colpa della lunga sequela di problemi fisici a cui è andato incontro dopo la caduta di Jerez nel 2020 e i successivi interventi chirurgici.

 

Per riuscirci ha cambiato il suo modo di guidare e quindi di frenare, come ha raccontato lui stesso in una intervista che ha concesso allo storico mensile francese Moto Revue lo scorso agosto, in occasione del GP Austria, da cui estrapoliamo i passi salienti.

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«Dal mio esordio in MotoGP nel 2013 la frenata è enormemente cambiata perché le moto di 12 anni fa non avevano nulla a che vedere con quelle attuali. Lo sviluppo dell’aerodinamica ha modificato molte cose consentendo un maggiore carico aerodinamico al posteriore. Ciò ha reso la frenata più critica perché le moto sono più stabili, il posteriore non si solleva e si frena molto più forte».

 

«La riduzione degli spazi di frenata rende più difficile fare la differenza. Prima delle appendici aerodinamiche era più complicato tenere a terra la ruota posteriore e ciò favoriva il gap. Oggi tutti possiamo frenare molto forte e tardi. Pertanto, per sorpassare dobbiamo sfruttare la scia per affiancare in staccata chi vogliamo passare».

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«Il cambio più importante dal 2013 è l’impiego dei freni in carbonio sotto la pioggia. Quando ho debuttato si usavano ancora i dischi in acciaio con il bagnato. Oggi invece si hanno i medesimi dischi sia con l’asciutto che con la pioggia».

 

«Sono stato uno dei primi ad usare i dischi in carbonio sotto la pioggia. I dischi in acciaio erano troppo deboli in termini di prestazioni e non mi piaceva il modo in cui dovevano essere usati. Ho fatto molta pressione su Brembo affinché mi lasciasse guidare con i dischi in carbonio, che abbiamo sviluppato e migliorato».

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«I sistemi frenanti continuano ad evolversi. Ma non potendo più aumentare le dimensioni dei dischi (a causa delle ruote), possiamo aumentare le dimensioni delle pastiglie. Ma ciò cambia il modo di frenare: si guadagna in potenza frenante a inizio frenata, si perde in sensibilità a fine frenata, quando si piega la moto».

 

«Mi piace avere la leva del freno anteriore molto vicina al manubrio ma ciò la rende sensibile alle variazioni di pressione. Quando sei in scia ad una moto, la temperatura dei freni aumenta e la leva diventa un po’ spugnosa, tendendo a toccare le dita. Quando invece si guida da soli la leva è più dura».

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«In carriera ho sempre usato molto il freno posteriore ma con la Ducati uso di più del passato il freno anteriore perché l’avantreno di questa moto è super stabile».

 

«Con la Ducati ho iniziato a usare la pompa pollice, cosa che non avevo mai fatto prima. Sto ancora imparando, procedo lentamente perché sono molto esigente e preciso. Devo funzionare esattamente come voglio».

 

«Uso la pompa pollice in modo diverso a seconda delle curve. In quelle a sinistra lo uso per curvare, in quelle a destra per far scivolare la moto e mantenere velocità».

 

«Non scelgo le dimensioni dei dischi e dei componenti, lascio che siano i tecnici a decidere».

Una spiegazione inequivocabile, che non lascia dubbi sulle capacità analitiche di Marc Marquez, capace di laurearsi campione del mondo quando mancavano 5 GP alla conclusione della stagione.

 

Tornando a Marc Marquez, fin dai suoi primi successi in 125, si serve degli impianti Brembo, anche se naturalmente sono cambiate le caratteristiche dell’impianto frenante e in particolar modo i materiali utilizzati con il passaggio di categoria: ricordiamo che il regolamento ammette l’utilizzo del carbonio solamente in MotoGP.

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Entriamo più nello specifico, analizzando il cambiamento delle singole componenti utilizzate in carriera da Marc Marquez:

1) LE PINZE

Le pinze Brembo rappresentano il più importante punto in comune tra le moto dei suoi 9 titoli, anche se le loro caratteristiche sono differenti, fatta eccezione per la soluzione monoblocco all’anteriore e quella a due pezzi al posteriore.

 

La pinza monoblocco offre prestazioni ottimali per il freno solitamente più impiegato dai piloti della MotoGP, quello anteriore, perché la rigidità di questa soluzione è inarrivabile. Al posteriore si adotta invece una pinza a due pezzi perché essa è decisamente più contenuta come dimensioni e la perdita di rigidità rispetto alla monoblocco è quindi insignificante.

Ciò che invece è mutato per Marquez è il numero dei pistoni e il loro posizionamento nella pinza: sulla Derbi con cui ha vinto il Mondiale 2010 della 125 impiegava 2 pistoncini sia sulla pinza anteriore radiale che su quella assiale posteriore. Per laurearsi campione del mondo della Moto2, nel 2012 con la Suter, invece la frenata necessitava di una pinza anteriore a 4 pistoncini.

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La Honda RC213V con cui si è aggiudicato 6 titoli nella classe regina dal 2013 al 2019 così come la Ducati Desmosedici GP25 di quest’anno utilizzano invece pinze radiali anteriori e posteriori, con 4 pistoncini all’anteriore e 2 pistoncini al posteriore.

 

Fatta eccezione per le moto vincitrici del titolo nel 2013 e 2014 tutte le altre pinze sono realizzate in alluminio: nel biennio in questione invece era permesso l’alluminio-litio per l’anteriore.

 

Le pinze della MotoGP utilizzate quest’anno da Marquez sono diverse da quelle che impiegò negli anni Dieci perché nel 2020 Brembo ha introdotto la pinza GP4, dotata di inedite alette di raffreddamento sul corpo esterno della pinza, del sistema anti-drag e dell’amplificazione, in modo che a parità di forza esercitata la forza frenante sia amplificata e quindi maggiore.

2) I DISCHI

Come già anticipato, per il contenimento dei costi i regolamenti della defunta 125 e della Moto2 proibivano l’impiego dei dischi in carbonio: per questa ragione, in occasione dei suoi primi 2 Mondiali Marquez si è servito di dischi in acciaio Brembo con accoppiamento a boccola.

 

Le dimensioni dei dischi sono cresciute con l’aumentare della cilindrata: la Derbi impiegava dischi con un diametro di 218 mm all’anteriore e di 190 mm al posteriore. 

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La Suter invece utilizzava dischi da 290 mm all’anteriore e da 218 mm al posteriore e il loro spessore era superiore ai dischi delle 125 per il maggiore sforzo a cui erano chiamati, complice la maggiore potenza e la massa superiore delle moto, oltre alla durata maggiore della gara.

 

I dischi anteriori della Honda e della Ducati per la MotoGP invece sono realizzati in carbonio. Il loro diametro oscilla da 320 mm a 355 mm, passando per 340 mm. 

Per i tracciati più duri per i freni, ossia Spielberg, Buriram e Motegi, i piloti devono obbligatoriamente scegliere tra i dischi da 340 mm e quelli da 355 mm: questi ultimi sono stati introdotti nel 2022, il che significa che Marquez non li aveva quando ha vinto 6 Mondiali MotoGP con la Honda.

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3) LE PASTIGLIE

Tutte e 7 le moto con cui Marquez ha vinto il Mondiale hanno usato al posteriore pastiglie sinterizzate H38: questo è infatti il miglior materiale in termini di prestazioni senza arrivare ad essere aggressivo.

 

La mescola è diversa rispetto all’anteriore dove è possibile osare di più, compatibilmente con il materiale costitutivo dei dischi. 

Ciò spiega perché con la 125 e la Moto2 Marquez utilizzava le pastiglie Z04 sinterizzate mentre in MotoGP si serve delle pastiglie in carbonio.

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Ogni pastiglia pesa 50 grammi, meno della metà di una pastiglia per uso stradale, ma è improbabile che duri più di mille chilometri.

 

Malgrado la loro misura contenuta, le pastiglie in carbonio hanno beneficiato di vari sviluppi nel corso degli anni che si sono tradotti in una riduzione dell'usura e nel miglioramento della conduttività termica.

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4) LE POMPE FRENO 

Realizzata partendo da una billetta di alluminio, la pompa anteriore usata da Marquez ha cambiato dimensione in base alle categorie. Pompe da 16mm di diametro sulla Derbi da 16 sino alle pompa MotoGP con diametro da 19mm e interasse 18mm. 

 

Decisamente più significative le differenze riguardanti la pompa posteriore: con la Derbi Marquez usava una pompa realizzata tramite fusione, con serbatoio esterno, non integrato nel corpo della pompa. 

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La misura del pistone rimase identica in Moto2 ma la pompa presentava il serbatoio integrato nel corpo della pompa che veniva prodotta partendo da una billetta di alluminio.

 

Anche in MotoGP il serbatoio è integrato nel corpo della pompa, realizzato partendo da una billetta di alluminio, ma il pistone ha una dimensione maggiore.

Rispetto alla Honda, la Ducati di Marc Marquez dispone pure della pompa pollice che permette di controllare il freno posteriore premendo una leva posta sul lato sinistro del manubrio.