Dopo l’inatteso svolgimento del GP Francia, la MotoGP varca la Manica per il GP Regno Unito che ha rimpiazzato, ma solamente in termini anagrafici, il GP Gran Bretagna, denominazione utilizzata dal lontano 1977. 

La prima edizione si disputò a Silverstone che restò teatro fino al 1987 quando fu sostituito da Donington, a sua volta accantonato a beneficio di Silverstone nel 2010.

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I dati del GP

Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il Silverstone Circuit da 5,9 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 presenta un indice di difficoltà di 3 avendo 11 frenate, di cui 5 della categoria Hard, 2 Medium e 4 Light. 

I freni vengono utilizzati per 37 secondi al giro, pari al 32 per cento della gara. La decelerazione massima a cui sono soggetti i piloti supera 1 g in 7 curve con punte di 1,5 g in due curve.

La curva più dura

La curva più dura del Silverstone Circuit per l’impianto frenante è la 15: le MotoGP passano da 324 km/h a 118 km/h in 5 secondi netti in cui percorrono 282 metri mentre i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6 kg. 

La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo tocca i 12,9 bar e la temperatura dei dischi in carbonio arriva a 720

°C.

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Parità

Con il successo di Johann Zarco nel GP Francia in sella alla Honda del team LCR, si è interrotta la serie di vittorie consecutive della Ducati in classe regina: 22 trionfi di fila per la Casa di Borgo Panigale che ha così eguagliato il record fatto segnare dalla Honda dal GP Malesia 1997 fino al GP Olanda 1998. 

 

Terza in questa graduatoria è l’MV Agusta con 20 successi di fila nel biennio 1968-1969. La Suzuki invece non è mai andata oltre 8 vittorie di fila in 500 e la Yamaha, addirittura, si è fermata a 6, proprio come la Gilera.

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Dieci anni fa 

La pioggia che ha condizionato il GP Francia potrebbe fare capolino pure nel GP Regno Unito. Nel 2018, a Silverstone, per le forti precipitazioni, non si gareggiò. 

Invece per trovare una gara britannica della MotoGP condizionata dalla pioggia bisogna tornare al 2015: quel giorno, traditi dall’asfalto bagnato, caddero Miller, Crutchlow, Marc Marquez, Bradl, Pol Espargaró e Abraham. 

Ai tempi, in caso di pioggia, i piloti della MotoGP si affidavano ai dischi freno in acciaio, reputati più efficaci del carbonio in quelle condizioni ambientali.

Sempre e solo carbonio

Se dovesse piovere quest’anno i piloti della MotoGP opteranno per i dischi in carbonio che avevano pure sulle moto su cui si sono alternati durante il GP Francia. Merito del miglioramento delle qualità del carbonio oltre che dalle coperture dei dischi che li mantengono in temperatura e permettono di raggiungere facilmente il range minimo di utilizzo. Essendo più leggero dell’acciaio il carbonio non peggiora il comportamento dinamico della moto, inoltre assicura una migliore resa sia sulla singola frenata che per l’intera durata della gara.

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