Sette giorni dopo il nuovo record di spettatori per il Mugello, la MotoGP sbarca nei Paesi Bassi per il Dutch TT, già andato in scena 75 volte: dal 1949, anno di nascita del Mondiale, non si è corso solo nel 2020 ed è stato teatro di ben 283 gare iridate.
Il circuito originario, lungo 16,54 km, è stato utilizzato fino al 1954, poi si è passati alla versione da 7,7 km e nel 1984 a quella da 6,1 km. Il layout attuale è impiegato dal 2006, anche se da allora sono state apportate piccole variazioni.
I dati del GP
Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il TT Circuit Assen da 4,542 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni.
In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 2 perché solo 2 delle 10 frenate sono della categoria Hard, a fronte di 3 Medium e 5 Light. In un giro i piloti si affidano ai freni per 26 secondi e mezzo con un carico complessivo sulla leva del freno di quasi 33 kg.
La curva più dura
La curva più dura del TT Circuit Assen per l’impianto frenante è la prima dopo il traguardo: le MotoGP passano da 292 km/h a 116 km/h in 3,7 secondi in cui percorrono 201 metri mentre i piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 4,9 kg.
La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo tocca i 10,5 bar e la temperatura dei dischi in carbonio sfiora i 680 °C.
Dammi un cinque
Diverse edizioni del Dutch TT disputate negli anni che terminano con 5 hanno fatto la storia. Nel 1975 il GP della 500 vide Barry Sheene e Giacomo Agostini concludere con lo stesso tempo, complice il cronometraggio dell’epoca limitato al decimo di secondo: la vittoria fu assegnata al britannico.
Nel 1985 la Honda monopolizzò le prime 6 posizioni della classe regina, con Randy Mamola vittorioso. Nel 2015 invece si corse per l’ultima volta di sabato: ad avere la meglio fu Valentino Rossi dopo un contatto all’ultima curva con Marc Marquez.
Il pollice di Doohan
Nel 1995 ad imporsi fu Mick Doohan, a cui Assen stava per costare la carriera, oltre all’amputazione della gamba destra. Colpa della caduta nelle qualifiche del 1992. Della sua salute si occupò il Dottor Costa della Clinica Mobile.
Alla sua rinascita sportiva invece diede un contributo Brembo, con la pompa a pollice appositamente progettata per dargli modo di azionare il freno posteriore senza utilizzare il pedale, vista la difficoltà di modulare la forza con la gamba offesa. Con essa Doohan conquistò 5 Mondiali della 500.
Per tutti
Tornata in auge nell’ultimo lustro, la pompa pollice Brembo viene utilizzata sia dai piloti con i piedi grandi che nelle curve a destra faticherebbero a servirsi del freno a pedale sia da quelli che la usano per evitare il pattinamento in curva.
In tal modo la pompa pollice è impiegata come una sorta di traction control che permette di restare più vicini al punto di corda e così raddrizzare la moto in maniera più rapida. Questo componente è disponibile anche come Upgrade per gli appassionati dei track days.