La MotoGP ritorna in Spagna per l’8° round stagionale, il GP Aragon che in passato si era disputato nei mesi di settembre e ottobre.
Il MotorLand è uno dei pochi circuiti del Mondiale in cui i piloti girano in senso antiorario. La prima edizione del GP Aragon è andata in scena nel 2010, un anno dopo l’inaugurazione del tracciato.
In totale sono 15 i GP ospitati da questo tracciato, di cui due nel 2020, uno dei quali fu battezzato GP Teruel.
I dati del GP
Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il MotorLand Aragon da 5,077 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni.
In una scala da 1 a 6 presenta un indice di difficoltà di 4 complici le 10 frenate, di cui 3 della categoria Hard, 3 Medium e 4 Light. I freni vengono utilizzati per 30 secondi e mezzo al giro, pari al 29 per cento della gara. Solo in un punto la decelerazione supera i 190 km/h.
La curva più dura
La curva più dura del MotorLand Aragon per l’impianto frenante è la prima: le MotoGP passano da 293 km/h a 93 km/h in 4,7 secondi in cui percorrono 234 metri grazie al carico di 4,9 kg sulla leva del freno.
La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo tocca i 10,6 bar ma la temperatura dei dischi in carbonio supera di poco i 500°C.
Il regno di Marc
Marc Marquez è il pilota più vincente al MotorLand con 7 successi: il 1° nel 2011 con la Suter in Moto2, i 5 successivi con la Honda in MotoGP e l’ultimo l’anno scorso con la Ducati in classe regina.
Il solo altro pilota ad aver conquistato più di 2 successi su questa pista è Sam Lowes, vincitore in Moto2 nel 2016 e di entrambe le edizioni disputate nel citato 2020, quando la pandemia obbligò a duplici GP su 5 piste.
I freni della Moto2
Nel 2011, al debutto in Moto2, Marc Marquez fu 2° nel Mondiale perché saltò per infortunio gli ultimi 2 GP. Guidava la Suter del team di Emilio Alzamora che disponeva di dischi in acciaio con attacco a bussole, da 290 mm di diametro all’anteriore e da 218 mm al posteriore. Su di essi agivano pinze radiali all’anteriore a 4 pistoncini con pastiglie sinterizzata Z04 e una pinza assiale al posteriore a 2 pistoncini dotata di pastiglie h38. Tutto naturalmente Brembo.
E quelli attuali
La Moto2 di 14 anni fa superava a malapena i 280 km/h mentre la MotoGP sfiorava i 330 km/h, differenze che si riverberavano sui rispettivi impianti frenanti, a partire dai dischi in carbonio della classe regina.
Negli ultimi tre lustri la ricerca portata avanti da Brembo ha compiuto passi da gigante, tanto che dal 2023 anche la Moto2 utilizza pinze alettate a 4 pistoni, derivate dalle pinze MotoGP, oltre ai dischi alettati, utilizzati in alcune piste al posto degli standard. Sommando ruota anteriore e posteriore l’impianto della Moto2 pesa circa 6 kg.