Archiviate le gare extraeuropee, la MotoGP si trasferisce nel vecchio continente dove ci resterà fino a metà settembre: 3 di questi GP si disputeranno in Spagna che sarà teatro anche di un 4° round a novembre.
Il primo appuntamento è a Jerez e sarà il 40° GP disputato in questo impianto: si sono infatti corse 37 edizioni del GP Spagna, una dell’Expo 92 GP e una del GP Andalusia.
I dati del GP
Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il Circuito de Jerez Angel Nieto da 4,423 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni.
In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 4 grazie alle 11 frenate al giro per complessivi 30 secondi e mezzo. Tre frenate sono della categoria High e presentano spazi di frenata di almeno 160 metri, 4 sono Medium e altrettante Light.
La curva più dura
La curva più dura del Circuito de Jerez Angel Nieto per l’impianto frenante è la 6, intitolata a Dani Pedrosa: le MotoGP passano da 295 km/h a 65 km/h grazie ad una staccata di 4,8 secondi durante i quali le moto percorrono 212 metri. Per completarla i piloti esercitano un carico di 6 kg sulla leva del freno Brembo, subendo una decelerazione di 1,5 g mentre la pressione dell’impianto frenante raggiunge i 12,9 bar.
Il giorno di Alberto
Il GP Spagna di trent’anni fa è ricordato per l’unica vittoria di Alberto Puig nella classe 500: in pole scattava Mick Doohan ma ai tempi i risultati delle prove contavano poco perché per ogni fila c’erano 4 moto ed erano sulla stessa linea. Puig prese la testa già alla prima staccata, con Daryl Beattie in seconda posizione.
Nei giri seguenti andò al comando Luca Cadalora e Puig retrocesse al 4° posto ma con 2 grandi staccate lo spagnolo si rimise dietro Alex Barros e l’italiano, infine approfittò della caduta di Mick Doohan per tagliare il traguardo in prima posizione.
Il valore delle monoblocco
Il successo di Puig fu storico perché si trattò del primo in classe regina di un pilota spagnolo nel GP di casa: quell’anno guidava la Honda NSR500 del team di Sito Pons che disponeva delle pinze monoblocco Brembo, introdotte nel 1993 e subito anelate da tutti i piloti per la maggiore efficacia frenante rispetto alle pinze a due pezzi grazie alla loro combinazione di rigidità e leggerezza.
Puig lo mostrò con frenate millimetriche nel GP Spagna 1995, nei giorni in cui comparvero sul mercato le prime auto di serie con pinze monoblocco Brembo.
Monoblocco di ultima generazione
Oggigiorno le pinze monoblocco in alluminio rappresentano lo standard per l’industria motociclistica, in virtù degli elevati livelli di potenza frenante, controllo e comfort. Le pinze attuali della MotoGP sono però lontane parenti di quelle dei primi anni Novanta perché nel frattempo la progettazione del corpo pinza e delle componenti idrauliche e la produzione hanno compiuto passi da gigante, permettendo di ridurre il peso e le dimensioni, diminuendo così le masse non sospese, pur con una maggiore performance frenante.