A Silverstone Nico Hulkenberg ha sorpreso tutti, ottenendo il suo primo podio in Formula 1 dopo 15 anni di militanza nel Mondiale. Il tedesco ha battuto il record di Carlos Sainz. Questa la Top 10 di chi ha dovuto aspettare più a lungo per salire sul podio
La speranza è l’ultima a morire, anche in Formula 1.
E quanto accaduto a Nico Hulkenberg al GP Gran Bretagna è la migliore testimonianza.
Il pilota tedesco gareggia in Formula 1 dal 2010, il che lo rende il 3° pilota più longevo in pista, dopo Fernando Alonso e Lewis Hamilton.
Eppure, vuoi per non aver mai avuto l’opportunità di correre per team quali Ferrari, McLaren, Mercedes e Red Bull, vuoi per un pizzico di sfortuna, prima del 6 luglio 2025 non era mai salito sul podio.
Un’astinenza incredibile per un pilota che all’unica partecipazione alla 24 Ore Le Mans, nel 2015 con la Porsche 919 Hybrid, dotata di componenti frenanti Brembo, riuscì a salire sul gradino più alto del podio. In quell’occasione Hulkenberg, che ai tempi gareggiava in Formula 1 con la Force India, si alternò al volante con Nick Tandy e Earl Bamber.
A Nico, che nell’Endurance aveva esordito solo il mese precedente alla 6 Ore Spa-Francorchamps, fu concesso l’onore di tagliare il traguardo davanti ai 260.000 spettatori di quell’edizione.
Con il successo nella maratona francese divenne il primo pilota di Formula 1 in attività a conquistare la 24 Ore Le Mans dal 1991, anno in cui ci riuscirono Bertrand Gachot e Johnny Herbert insieme a Volker Weidler alternandosi al volante della Mazda 787B, anch’essa con freni Brembo.
Con questo risultato, Hulkenberg ha conquistato il vertice della classifica dei piloti che hanno dovuto disputare più GP prima di conquistare il primo podio in Formula 1.
Di seguito la Top 10 dei piloti che hanno avuto bisogno più GP per riuscirci
Il brasiliano esordisce in Formula 1 nel 2002 con la Sauber e già alla seconda gara, in Malesia, mette in mostra le sue doti, giungendo 6°.
Si migliora con il 5° posto in Spagna che bissa nel 2004 al GP Monaco. Massa avvicina il podio giungendo 4° al GP Belgio 2004 per poi ripetersi al GP Canada 2005.
Prestazioni che gli valgono la promozione in Ferrari e finalmente il 7 maggio 2006 al Nurburgring, al GP Europa, suo 57° GP, giunge 3° con la 248 F1 dotata di impianto Brembo.
Dopo il debutto al GP Brasile 1990 con la Scuderia Italia, il pesarese passa alla Minardi con cui però non entra mai in zona punti, ai tempi limitata ai primi sei classificati.
Ci riesce al GP Australia 1991, quando la Ferrari lo chiama a sostituire Alain Prost, licenziato. Nel 1993 Morbidelli gareggia nel Campionato Italiano Turismo ma l’anno dopo torna in F1 difendendo i colori della Footwork.
La grande gioia al GP Australia 1995, suo 60° GP: giunge 3°, anche se a 2 giri dal vincitore, Damon Hill.
Il francese approda in F1 non ancora ventenne a metà 2016 con la Manor e nei 9 GP disputati porta sempre l’auto al traguardo.
Questa costanza gli vale la promozione alla Force India con cui nel 2017 conquista 2 quinti posti e altrettanti sesti.
Nel 2018 i risultati calano e nel 2019 si accontenta del ruolo di 3° pilota Mercedes.
Stufo di sedere in panchina, nel 2020 Ocon si accasa alla Renault e al GP Sakhir pur qualificandosi 11° conquista un inatteso 2° posto. È il suo 66° GP.
Così come Hulkenberg, anche Herbert conquista la 24 Ore Le Mans prima di andare a podio in Formula 1.
Esordisce al GP Brasile 1989 e per poco non sale sul podio: con la Benetton che impiega le pinze Brembo è 4° ad un secondo dal 3°.
Appiedato a metà stagione, torna a fine 1990 con la Lotus ed è 3 volte 4° nel 1993, in Brasile, a Donington e a Silverstone. Cancella lo zero al GP Spagna 1995, il suo 67° GP: è 2° dietro a Michael Schumacher, l’ultima doppietta della Benetton.
Dopo essersi fatto le ossa come collaudatore, nel 1999 esordisce in F1 con la Arrows ed è 6° al debutto. Oltre i sesti posti però lo spagnolo non riesce ad andare, finché nel 2001 con la Jaguar è 5° a Monza.
Dal 2003 torna a vestire i panni di tester, ma per la McLaren che nel 2006 lo spedisce in pista per sostituire Juan Pablo Montoya, migrato alla Nascar.
Il primo podio di De La Rosa arriva al 67° GP, in Ungheria, quando taglia il traguardo in seconda posizione.
Non tutti sono come Lewis Hamilton, al podio al debutto. Il connazionale Jenson Button necessita di tempo per maturare: sfiora il podio all’11° GP, nel 2000 in Germania con la Williams.
Con la Renault che rileva la Benetton arrivano altri 2 quarti posti. Le medaglie di legno si ripetono pure con la BAR finché al GP Malesia 2004, al 68° GP, è 3°.
È il primo dei suoi 50 podi, fra cui 15 vittorie, con 6 successi nel 2009 con la Brawn GP con freni Brembo con cui si laurea campione del mondo.
Il finlandese riscatta una carriera da comprimario, con Lotus, Tyrrell e Arrows, nel 1999 quando coglie l’infortunio di Michael Schumacher per guidare in 6 GP la Ferrari F399 dotata di impianto Brembo.
In precedenza è 4° con la Arrows al GP Monaco 1998. Ad Hockenheim, il 1° agosto 1999, Salo balza subito al 2° posto e al 25° giro si porta al comando, ma poi cede la posizione al compagno di squadra Eddie Irvine, in lizza per il Mondiale.
Il 2° posto è il suo primo podio in 73 GP.
L’inglese è stato a lungo detentore del record, complice la modestia delle monoposto guidate i primi anni in Formula 1. Ciò nonostante, al GP Australia 1986 con la Tyrrell sta per riuscirgli il colpaccio: 4° in una gara ad eliminazione, anche se doppiato.
Infruttifere anche le esperienze con la Zakspeed e la Brabham. Per Brundle l’occasione arriva nel 1992 con la Benetton con cui conquista 5 podi.
Il 1°, al 91° GP in Francia dove è dietro solo le imprendibili Williams dell’epoca.
Il primato di Brundle dura 27 anni. A strapparglielo è Carlos Sainz che paga quasi 3 stagioni con la Toro Rosso: nel primo biennio ottiene 3 sesti posti, mentre nel 2017 è 4° a Singapore.
Conclude l’annata con la Renault ma il podio resta una chimera.
Sfata il tabù solo al penultimo GP del 2019, in Brasile, con la McLaren: e pensare che in qualifica non riesce nemmeno a realizzare un giro, ma in gara risale fino al 3° posto, grazie alla penalità di Hamilton.
È il suo 101° GP.
Nel 2010 il tedesco debutta in Formula 1 con la Williams e prima che l’annata si chiuda conquista la pole in Brasile.
Nel 2012 con la Force India in Brasile resta in testa 30 giri ma conclude 5°.
Arriva il 1° di 3 quarti posti tra il costruttore indiano e la Sauber. Con Renault e Haas continua a masticare amaro.
Nessuno immagina quanto accadrà a Silverstone il 6 luglio 2025 con la Sauber: penultimo in qualifica, è in zona punti al 3° giro.
Quando al 21° giro Verstappen va in testacoda Hulbenberg diventa 4° e al 34° giro infila Lance Stroll.
Da quell’istante fino al traguardo Nico conserva la terza piazza.
Il suo primo podio al 239° GP, ma il 2° con i freni Brembo, dopo la 24 Ore Le Mans del 2015.
Potrebbe interessarti anche
SENSIFY è il primo sistema frenante intelligente che controlla in modo indipendente tutte e quattro le ruote
Trova la soluzione migliore per la tua auto!