Così come ad aprile e maggio, anche giugno prevede tre GP di Formula 1. 

Il primo della serie è il GP di Spagna, giunto alla sua cinquantacinquesima edizione. Le ultime 34 si sono disputate a Barcellona, che nel 1991 ha preso il posto di Jerez (sede anche di due edizioni del GP d’Europa, ospitato inoltre cinque volte da Valencia). Prima ancora si correva a Jarama, Pedralbes e al Montjuïc Park.

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I dati del GP

Secondo i tecnici del Gruppo Brembo, che lavorano a stretto contatto con tutti i team di Formula 1, il Circuit de Barcelona-Catalunya, lungo 4.657 metri, rientra tra i tracciati poco impegnativi per l’impianto frenante. 

Su una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà pari a 2, per via delle sole sei frenate per giro, che occupano complessivamente 11,5 secondi: tre sono classificate come “High”, due “Medium” e una “Light”.

La curva più dura

La curva più impegnativa per i freni sul Circuit de Barcelona-Catalunya è la numero 10, dove le monoposto decelerano da 310 km/h a 106 km/h in 2,46 secondi, percorrendo 125 metri. I piloti sono sottoposti a una decelerazione massima di 4 g e applicano un carico di 133 kg sul pedale del freno. La potenza frenante raggiunge i 2.019 kW.

La rinascita del mito

Cinquant’anni fa il GP di Spagna era la quarta gara del calendario mondiale di Formula 1 e la prima in Europa. Fu l’ultima edizione corsa al Montjuïc Park, anche a causa delle lamentele dei piloti per lo stato dei guard-rail. 

In qualifica dominò la Ferrari, con Niki Lauda in pole position davanti a Clay Regazzoni. La prima fila tutta Rossa dimostrò il potenziale della 312T, che nei tre GP precedenti non era andata oltre il quarto posto in qualifica.

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La prima di Brembo

Quella del GP di Spagna 1975 fu la decima pole position in Formula 1 per Niki Lauda, ma la prima ottenuta con la 312T, che sostituiva la 312 B3/74. Si trattava di una monoposto rivoluzionaria, complice il cambio trasversale montato in basso, davanti all’asse posteriore, per migliorare il comportamento in curva. 

L’impianto frenante si distingueva per un’affidabilità invidiabile, anche grazie all’adozione dei dischi in ghisa Brembo, che proprio nel 1975 divenne fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari.

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Un binomio indissolubile

Nel 2024 Ferrari ha consegnato 13.752 vetture, di cui il 49% con motorizzazioni tradizionali e il 51% ibride. Tutti i modelli condividono gli impianti frenanti Brembo, sviluppati su misura per ciascuna vettura. 

Dopo aver conquistato la fiducia di Enzo Ferrari con i dischi in ghisa, Brembo è diventata fornitore dei sistemi frenanti delle supercar più ambite al mondo, inclusa la nuova arrivata 296 Speciale A, equipaggiata con dischi CCM da 398 mm all’anteriore e 360 mm al posteriore, abbinati a pinze Brembo.

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