Come da tradizione ormai consolidata, a chiudere il Mondiale di Formula 1 è il GP di Abu Dhabi: è la dodicesima volta consecutiva che accade, anche se già nel 2009 e nel 2010 l’ultimo round si era disputato negli Emirati Arabi Uniti. 

L’anno scorso gli spettatori furono 192.000 nell’arco dei quattro giorni, un record che, secondo gli organizzatori locali,  sembra destinato  ad essere superato quest’anno 

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I dati del GP

Secondo gli ingegneri del gruppo Brembo, che lavorano a stretto contatto con tutti i  team di Formula 1, lo Yas Marina Circuit,  lungo 5.281 metri, rientra nella categoria dei  tracciati mediamente impegnativi per  l’impianto frenante.  Su una scala da 1 a 5, si è meritato un indice di difficoltà  pari a 3, pur  contando 9 frenate al giro, 4 delle quali  classificate come Hard e 2 come Medium. Tuttavia, solo in 2 curve i freni  vengono  utilizzati per almeno 2 secondi e, di conseguenza,  nell’arco di un giro intero  restano operativi per meno di 13 secondi.

La curva più dura

La curva più  impegnativa dello Yas Marina Circuit per l’impianto frenante è la numero 6: le monoposto vi arrivano a 321 km/h e rallentano fino a 78 km/h in 2,67 secondi, durante i quali percorrono 114 metri.  In questa staccata i piloti sono sottoposti ad una decelerazione di 4,7 g,  con un carico sul pedale del freno  che raggiunge i 148 kg. La potenza frenante erogata è invece di 2.403 kW.

Lucky 13

Lo scorso anno la Ferrari portò 2 monoposto sul podio di Abu Dhabi, senza però riuscire ad occupare il gradino più alto, preda di Lando Norris con la McLaren: Carlos Sainz chiuse 2° e Charles Leclerc 3°. Pur avendo disputato 16 GP di Abu Dhabi, con un bottino di 12 podi, la Ferrari è ancora a caccia della sua prima vittoria su questo tracciato: 4 sono i podi di Leclerc, 3 di Sebastian Vettel, 2 quelli di Sainz e Fernando Alonso e 1 quello di Kimi Raikkonen, naturalmente tutti con i freni Brembo, che qui archivia i festeggiamenti per le 50 stagioni in Formula 1.

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Attenzione alla safety car

Tutte le edizioni del GP di Abu Dhabi si sono concluse in meno di un’ora e 40 minuti,  e nelle ultime tre il vincitore ha completato i 306,183 km di gara in meno di un’ora e 28 minuti. L’unica eccezione è rappresentata dal GP del 2012, che vide uscire 2 safety car per un totale di 10 giri: in fase di neutralizzazione, a causa delle basse velocità, i freni possono facilmente surriscaldarsi perché viene meno il flusso d’aria che li raffredda quando i piloti possono spingere liberamente. Quella gara fu vinta da Kimi Raikkonen al volante della Lotus.

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Il futuro dei freni Brembo

A gennaio le monoposto torneranno in pista a Barcellona per una sessione di test in cui esibiranno pneumatici più stretti, aerodinamica attiva e una maggiore rigenerazione dall’MGU-K. I dischi freno anteriore potranno crescere di 15 mm nel diametro, mentre quelli posteriori potranno incrementare lo spessore a fino 34 mm, ma anche ridurre il diametro fino a 260 mm. Verrà inoltre ridotto da 3 a 2,5 mm il diametro minimo dei fori di raffreddamento. Per le pinze la scelta sarà più ampia rispetto agli ultimi anni: potrà avere da 2 a 8 pistoni e fino a 4 pastiglie. In definitiva, i freni diventeranno una variabile strategica ancora più importante. 

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