Ci sono marchi che non immagineresti mai al via di un rally-raid: pensiamo a Rolls Royce, Vespa e Porsche. Eppure, tutti e tre hanno partecipato in passato a quella che un tempo era nota come la Parigi-Dakar. Ma se le partecipazioni di Rolls Royce e Vespa possono essere catalogate sotto la voce note di colore, Porsche si è presentata alla Dakar con l’intenzione di vincere. E in due occasioni ha raggiunto il suo scopo.
A trionfare alla Parigi-Algeri-Dakar del 1984 fu il francese René Metge con la Porsche 953.
Due anni dopo, invece, la Porsche fece doppietta: primo Metge, secondo Jacky Ickx, entrambi con la 959. In questa seconda occasione l’impianto frenante delle tre vetture tedesche (la terza guidata da Roland Kussmaul chiuse al sesto posto) venne realizzato da Brembo.
All’epoca le Porsche erano equipaggiate di serie con i freni Brembo: il rapporto di fornitura aveva preso il via nel 1982 con le pinze in alluminio in 4 pezzi a 4 pistoni (3,4 kg di peso l’una) della 930 su progetto Porsche.
Due anni dopo, Brembo progettò le pinze in 2 pezzi a 4 pistoni (2,8 kg) della 951.
A quei tempi i partecipanti alla Dakar si affidavano a impianti frenanti di serie.
Pur essendo molto performanti, i freni Brembo non erano stati concepiti per una gara usurante come la maratona africana. Il principale problema avanzato da Porsche era il freno di stazionamento, a tamburo all’interno della campana del disco freno posteriore (in campo automotive tale soluzione è denominata “Drum in Hat”): una soluzione critica in una competizione come la Dakar in cui il freno a tamburo avrebbe raccolto tanta sabbia rischiando malfunzionamenti.
Per sostituire il freno di stazionamento, Porsche si rivolse a Brembo: il risultato fu la realizzazione di una pinza supplementare meccanica in alluminio. Un prodotto realizzato ad hoc per Porsche e in tiratura limitatissima ma che non diede alcun problema durante tutto il rally-raid contribuendo in maniera decisiva allo strapotere della casa di Stoccarda all’edizione 1986.
Tale pinza supplementare, che frenava sulla pista frenante del disco posteriore, era caratterizzata dalla presenza del dispositivo automatico di recupero dell’usura delle pastiglie (trapiantato da una pinza freno sviluppata per le motociclette Honda), in quanto sulle vetture della Parigi-Dakar il freno di stazionamento veniva utilizzato anche come freno dinamico (per governare le sbandate, ecc.) e pertanto la costanza della corsa della leva di stazionamento nell’abitacolo della vettura, era una condizione essenziale.