Il successo del campionato americano delle baggers, moto mastodontiche ma con impianti frenanti da supersportive
Per avere successo nelle competizioni di velocità è indispensabile minimizzare la massa del veicolo e cercare la massima efficienza aerodinamica. Questi principi sono in antitesi con la filosofia delle bagger, le moto cruiser dotate di valigie laterali e di parabrezza di dimensioni esagerate.
D’altra parte si tratta di un modello di moto nato per macinare chilometri su chilometri, o meglio miglia su miglia vista la loro origine statunitense, complici i loro enormi serbatoi, viaggiando comodamente grazie a sedute bassissime, portandosi dietro i bagagli, magari ascoltando musica con gli impianti stereo.
Grande è stata quindi la sorpresa quando nell’ottobre del 2020, in occasione dell’ultimo round del MotoAmerica, la pista di Laguna Seca ospitò una gara denominata Drag Specialties King of the Baggers. Tredici le moto coinvolte, 11 Harley-Davidson Electra Glide e due Indian Challenger.
Malgrado le preparazioni differenti delle moto, lo spettacolo fu incredibile, specie al penultimo giro. All’ingresso del Cavatappi, Tyler O’Hara mise la sua Indian di traverso con una gran staccata per infilare la HD di Hayden Gillim e portarsi al comando, che conservò fino al traguardo.
Una mossa inimmaginabile con moto di quella stazza, in un luogo reso iconico dai sorpassi di Valentino Rossi su Casey Stoner e da Marc Marquez sullo stesso Rossi, durante le gare della MotoGP, entrambi resi possibili dal coraggio dei piloti e pure dagli impianti frenanti Brembo.
Quel giorno non c’erano vincitori e sconfitti perché tutti apparivano felici, compreso Wayne Rainey, presidente di MotoAmerica che dichiarò: «È andata meglio di quanto avremmo potuto immaginare. La popolarità dell’evento è stata pazzesca. I nostri video del debutto sono stati visti da milioni di persone, sappiamo che ci sono un sacco di fan delle bagger là fuori».
Nel 2021 gli eventi in calendario del King of the Baggers, a cui possono partecipare solo le mono e le bicilindriche, diventarono tre e le prestazioni sul giro migliorarono notevolmente: a Laguna Seca il crono della pole diminuì di 4 secondi e 4 decimi e il tempo complessivo del vincitore della gara, sulla medesima distanza di 8 giri, scese di 50 secondi.
Il grande successo portò nel 2022 ad un calendario costituito da 6 eventi per 7 gare totali in cui si imposero 5 vincitori differenti, incluso il nordirlandese Jeremy McWilliams, già vincitore nel 2001 del TT Assen della 250 con l’Aprilia e i freni Brembo, con cui conquistò pure 2 podi in 500 nel 2000.
Il solo a fare il bis nel 2022 fu il campione uscente Kyle Wyman con 3 successi in sella alle Harley-Davidson, ma il titolo andò a Tyler O’Hara con la Indian, grazie ad una maggiore costanza di rendimento ad alti livelli: per lui un successo, 2 secondi posti, altrettanti terzi e quarti posti. Alla vigilia dell’ultima gara era però al comando Travis Wyman che però concluse 9° in New Jersey.
L’interesse crescente portò nel 2023 alla disputa di 14 gare, con le prime due a Daytona in occasione della settimana della 200 Miglia. L’Harley-Davidson non solo si riprese il trono ma addirittura monopolizzò il podio del campionato: corona ad Hayden Gillim, 2° posto per James Rispoli e 3° per Kyle Wyman, nonostante quest’ultimo abbia vinto 7 delle 14 gare stagionali.
Nel 2024 il King of the Baggers è cresciuto ulteriormente, con la disputa di 18 gare spalmate su 9 round. A Daytona è sceso in pista pure Ruben Xaus, nel 2003 vicecampione del mondo Superbike con la Ducati, categoria in cui ha vinto 11 volte. Per lui un ritiro e un 15° posto, a dimostrazione della difficoltà a controllare questi pachidermi.
Eppure dal 2022 le Baggers impiegano i freni Brembo. Nelle edizioni precedenti invece le moto in pista impiegavano impianti frenanti di serie, talvolta componentistica aftermarket, ma la resa in staccata non era ottimale. L’utilizzo in circuito è infatti differente da quello che avviene su strada, ancora di più per moto di questo genere che solitamente vengono guidate nei grandi spazi, dove le frenate non sono violente e la loro frequenza è ridotta.
Per ovviare a problemi di surriscaldamento e di scarsa efficacia, i team si rivolsero così a Brembo che dopo aver analizzato la massa delle moto (diminuita da regolamento dai 288 kg del 2021 ai 281 kg dell’anno dopo e ancora attuali), le loro caratteristiche strutturali, i tempi sul giro, la durata delle gare e le temperature di esercizio deliberò la fornitura del seguente pacchetto.
Le moto godono ora delle pinze monoblocco radiali GP4-RR, ispirate dalle pinze sviluppate per la MotoGP. Totalmente ricavate dal pieno con l’ausilio delle ultime tecnologie CAD-CAM, permettono di ottimizzare il rapporto massa/rigidezza, migliorando l’agilità della moto in accelerazione e nei cambi di direzione. Ciascuna pinza dispone di 4 pistoni in titanio con diametro differenziato da 32/36 mm e impiega le pastiglie Z04, utilizzate anche nei Mondiali Superbike e Supersport.
Queste pinze agiscono sui dischi PISTABASSA (330 mm di diametro) che come dice il nome presentano una fascia frenante bassa e pertanto sono più leggeri dei dischi con altezza tradizionale. L’accoppiamento tra fascia e campana è realizzato tramite 8 perni a T, utili per assicurare la flottanza radiale e assiale, aumentando di conseguenza la resistenza agli stress termo meccanici, soprattutto per un utilizzo estremo come quello costituito da queste gare.
Dell’azionamento del tutto si occupa la pompa freno RMC BilletGP, il top della categoria, tanto da essere impiegata nei campionati motociclistici più importanti al mondo. Ricavata dal pieno, assicura la massima prontezza e una linearità assoluta tra la forza applicata sulla leva del freno dal pilota e la risposta dell’impianto frenante.
Rispetto a questa combinazione di elementi, adottata dai team ufficiali Indian e Harley-Davidson, le squadre private hanno invece optato per la pinze Upgrade M4, anch’essa con pastiglie Z04, i dischi Supersport da 5,5 mm di spessore (inferiore ai 6,75 mm dei PISTABASSA) e la pompa RCS CorsaCorta, anch’esse tutte Made in Brembo.
In fondo, in pista ci si può divertire anche con moto non propriamente leggere e dalle linee non affilate, sempre che impieghino impianti frenanti Brembo.