5 curiosità sul GP Brasile Formula 1

28/10/2024

 Ventunesimo appuntamento stagionale per la Formula 1.

Ventunesimo appuntamento stagionale per la Formula 1 con il GP São Paulo, erede del GP Brasile di cui andate in scena 47 edizioni. Dopo le due edizioni saltate per il Covid-19 il GP ha preso il nome della città più popolosa del Brasile, nonché sede del tracciato, con l’obiettivo di promuoverla a livello planetario. A detta del suo sindaco il GP porta alla città di São Paulo ricavi aggiuntivi per oltre 240 milioni di euro all’anno.







I dati del GP 


Secondo i tecnici Brembo l’Autódromo José Carlos Pace da 4.309 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché i rettilinei sono piuttosto corti e le frenate solo 5 per ciascun giro, per poco più di 10 secondi e mezzo. Due di queste staccate richiedono l’uso dei freni per meno di 2 secondi e altrettante non raggiungono i 3,8 g di decelerazione.



Dischi in 2 varianti 


Quest’anno i team di Formula 1 stanno utilizzando due tipologie di dischi in carbonio Brembo, i “wide spline” e i “single sided spline”. Nella specifica denominata “wide spline” lo spessore del trascinamento - la parte in contatto con la campana - è uguale allo spessore del disco, mentre nella specifica denominata “single sided spline” lo spessore del trascinamento è inferiore rispetto allo spessore del disco.



Questa seconda soluzione favorisce una differente strategia di ventilazione del disco e un miglior packaging del corner ruota ma va a discapito della resistenza alle sollecitazioni meccaniche sul carbonio che ne limita la possibile foratura per la ventilazione. La scelta di una o dell’altra soluzione è legata alle peculiarità delle singole monoposto e alle caratteristiche dei tracciati.


La curva più dura 


La curva più dura dell’Autódromo José Carlos Pace per l’impianto frenante è la prima: le monoposto vi arrivano a 337 km/h e scendono a 124 km/h in 2,41 secondi durante i quali percorrono 130 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,6 g e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 139 kg. La potenza frenante è invece di 2.486 kW.





Il numero 1 


Brembo esordì in Formula 1 nel 1975 con una piccola fornitura di dischi in ghisa per la Scuderia Ferrari che proprio quell’anno tornò a conquistare i titoli Piloti e Costruttori dopo 11 anni di astinenza. Il campionato 1976 si aprì il quarto fine settimana di gennaio con il GP Brasile. Essendo il campione in carica, Niki Lauda esibì sulla carrozzeria della sua 312T il numero uno. Lo onorò vincendo a Interlagos con 18 secondi di vantaggio dopo essere passato al comando al nono giro. 



La monoposto di Magic 


Il GP São Paulo rende omaggio ad Ayrton Senna, scomparso 30 anni fa, con una serie di tributi. In collaborazione con la Honda, la McLaren porterà la MP4/5B dotata di pinze Brembo con cui il brasiliano vinse il Mondiale del 1990. La monoposto compirà un giro di pista ma non si conosce ancora chi avrà il privilegio di guidarla. Senna si spese personalmente con il team inglese per avere i freni Brembo che aveva sperimentato con successo alla Lotus.